“University by Design” è un programma di incontri con eccellenze della ricerca e della didattica in architettura strutturato intorno all’indagine del tema dello studio dell’architettura all’estero. Il programma è frutto della collaborazione tra i programmi di architettura della Daniel and Gayle D’Aniello Syracuse University in Florence, California State University International Programs Italy e Kent State University Florence.
Gli studiosi hanno opinioni diverse su quanto peso dare alle intenzioni politiche dell’architettura e dell’urbanistica, a seconda del contesto e delle questioni prevalenti del momento nelle loro discipline. La mia presentazione riguarda i progetti di insediamenti italiani sponsorizzati dallo Stato nell’era coloniale italiana moderna (1869-1943), con particolare attenzione agli anni Trenta, quando il regime fascista finanziò e supervisionò insediamenti per gli italiani trasferiti all’interno dei confini nazionali e anche nelle colonie africane formali, con solo piccole variazioni tra le idee che informano i loro progetti architettonici e urbani.
Le continuità progettuali tra “nazione” e “colonia” o “impero” sono importanti per la comprensione di questi siti? Gli storici tendono a pensare di sì, mentre gli storici dell’architettura non altrettanto. E il fatto che il governo dell’epoca abbia insistito sull’espressione “colonizzazione interna” significa che dovremmo considerare i programmi di insediamento interno come programmi “coloniali”? Gli storici tendono a pensare di no, mentre gli storici dell’architettura si convincono più facilmente. E, in ultima analisi, in che modo queste decisioni interpretative modellano la nostra comprensione delle vestigia fasciste e coloniali?
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