Varco Appennino è un’esplorazione delle aree interne dell’Appennino Meridionale, quelle nascoste, remote, lontano dai luoghi comuni e dalle cronache che spesso caratterizzano questa parte del paese. Il lavoro è un dialogo con il “Vocabolario Appenninico” del poeta e scrittore irpino Franco Arminio, si sviluppa a partire dalla frase spesso ripetuta e rivolta anche a me
molte volte dagli abitanti dei piccoli borghi che visitavo: “Ma qui non c’è niente! Perché vieni qui?”
Durante la mia ricerca, iniziata nel 2016 e conclusa a marzo 2020, ho percorso la catena montuosa che dalla Calabria attraversa Basilicata, Campania e Molise, sino al confine con l’Abruzzo. Ho lavorato sulla complessità e le contraddizioni contenute in questa frase, in questo “niente” spesso ricco e fertile, dal punto di vista storico e attuale.
Un niente di paesaggi e storia, di gesti e intimità, di campagne abitate e lentezza, di edifici incompiuti come melanconiche memorie di sogni falliti.
Il lavoro è costruito attraverso un’alternanza di fotografie di paesaggi sospesi, senza tempo ma allo stesso modo imponenti e una serie di ritratti di chi quei territori ancora li vive e li popola perché non se n’è mai andato o perché poi vi è tornato, loro: solidi e presenti. Ai paesaggi e ai ritratti si aggiungono gli interni delle abitazioni, intimi e
silenziosi, insieme a piccoli paesaggi marginali.
Dopo molti anni dedicati a documentare i riti collettivi e le grandi manifestazioni sacre e profane di devozione contemporanea per il libro “Hotel Immagine”, avevo la necessità di tornare alla banalità del quotidiano, fatto di apparente semplicità e continuità con la natura.
Il libro fotografico, curato e disegnato da Fiorenza Pinna, con i testi di Franco Arminio, è uscito a giugno 2021 per Witty Books.