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Massimo Vitali
Progetto RIVA 2021
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Progetto RIVA 2021
L’obbiettivo di Massimo Vitali indaga con preferenza luoghi a ollati, di cui tutti ricordano la serie delle spiagge gremite di bagnanti in costume. Il dittico commissionato dal Progetto RIVA (2016) non fa eccezione: il focus sull’Arno si declina in due luoghi opposti con un comun denominatore, dato dall’assembramento umano. Il fiume è infatti anche luogo di aggregazione, sia per Pescatori, cittadini che si rilassano in amene gare di pesca sulle sponde vicino alle Cascine, sia per Ponte Vecchio – Marangoni, con le folle di turisti accalcate sul ponte più famoso del mondo. Proprio questo scatto racconta un luogo iconico da una prospettiva interna e improbabile, ribaltata rispetto l’iconografia tradizionale che inquadra il ponte e le sue botteghe nel panorama cittadino.
In collaborazione con Fondazione Studio Marangoni
L’obbiettivo di Massimo Vitali indaga con preferenza luoghi a ollati, di cui tutti ricordano la serie delle spiagge gremite di bagnanti in costume. Il dittico commissionato dal Progetto RIVA (2016) non fa eccezione: il focus sull’Arno si declina in due luoghi opposti con un comun denominatore, dato dall’assembramento umano. Il fiume è infatti anche luogo di aggregazione, sia per Pescatori, cittadini che si rilassano in amene gare di pesca sulle sponde vicino alle Cascine, sia per Ponte Vecchio – Marangoni, con le folle di turisti accalcate sul ponte più famoso del mondo. Proprio questo scatto racconta un luogo iconico da una prospettiva interna e improbabile, ribaltata rispetto l’iconografia tradizionale che inquadra il ponte e le sue botteghe nel panorama cittadino.
In collaborazione con Fondazione Studio Marangoni
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Promosso dalla Associazione MUS.E sotto la direzione artistica di Valentina Gensini
Nel 2016, in occasione dei 50 anni dall’alluvione dell’Arno, RIVA si è concentrata sulla città di Firenze con l’obiettivo di sensibilizzare le buone pratiche e gli atteggiamenti nei confronti del territorio e delle tematiche ambientali attraverso la pratica artistica. Oltre ai tre grandi fotografi internazionali Jay Wolke, Arno Rafael Minkkinen, Massimo Vitali, coinvolti con la curatela di Studio Marangoni, gli artisti coinvolti nel progetto sono stati Bernard Fort con Tempo Reale, Radio Papesse, Studio ++, Francesco Pellegrino, Fotoromanzo Italiano, che hanno realizzato opere inedite su commissione: installazioni site-specific sulle rive del fiume, workshop, mostre e conferenze sull’Arno e presso MAD Murate Art District. Tra gli interventi site specific permanenti e tuttora visitabili c’è il Terzo Giardino, a cura del collettivo Studio ++: 10mila metri quadrati sull’Arno restituiti alla città, un labirinto verde che richiama nel proprio nome la metafora del
Nel 2016, in occasione dei 50 anni dall’alluvione dell’Arno, RIVA si è concentrata sulla città di Firenze con l’obiettivo di sensibilizzare le buone pratiche e gli atteggiamenti nei confronti del territorio e delle tematiche ambientali attraverso la pratica artistica. Oltre ai tre grandi fotografi internazionali Jay Wolke, Arno Rafael Minkkinen, Massimo Vitali, coinvolti con la curatela di Studio Marangoni, gli artisti coinvolti nel progetto sono stati Bernard Fort con Tempo Reale, Radio Papesse, Studio ++, Francesco Pellegrino, Fotoromanzo Italiano, che hanno realizzato opere inedite su commissione: installazioni site-specific sulle rive del fiume, workshop, mostre e conferenze sull’Arno e presso MAD Murate Art District. Tra gli interventi site specific permanenti e tuttora visitabili c’è il Terzo Giardino, a cura del collettivo Studio ++: 10mila metri quadrati sull’Arno restituiti alla città, un labirinto verde che richiama nel proprio nome la metafora del paesaggista Gilles Clément, che spiega come la vegetazione abbandonata presente nei “residui dell’organizzazione razionale dell’uomo” sia una straordinaria riserva di biodiversità e potenziale evolutivo.
Fotografo
Nato a Como, Massimo Vitali si trasferisce a Londra dopo il liceo, dove studia fotografia alla London College of Printing. Nei primi anni Sessanta lavora come fotoreporter, collaborando con molte riviste e agenzie in Italia e in Europa. In questo periodo di intenso lavoro incontra Simon Guttmann, fondatore dell’agenzia Report, fondamentale per la sua crescita come “Concerned Photographer”. All’inizio degli anni Ottanta una crescente sfiducia nella convinzione che “la fotografia abbia avuto una capacità assoluta di riprodurre le sfumature della realtà” porta Vitali a intraprendere un cambiamento nella sua carriera. Lavora come direttore della fotografia per la televisione e il cinema, tuttavia, il suo legame con la fotocamera rimane e la fotografia diviene per lui mezzo di ricerca artistica. La sua serie di panorami balneari italiani è iniziata alla luce dei radicali cambiamenti politici in Italia. Vitali osserva con attenzione le realtà italiane dipingendo una “vision
Nato a Como, Massimo Vitali si trasferisce a Londra dopo il liceo, dove studia fotografia alla London College of Printing. Nei primi anni Sessanta lavora come fotoreporter, collaborando con molte riviste e agenzie in Italia e in Europa. In questo periodo di intenso lavoro incontra Simon Guttmann, fondatore dell’agenzia Report, fondamentale per la sua crescita come “Concerned Photographer”. All’inizio degli anni Ottanta una crescente sfiducia nella convinzione che “la fotografia abbia avuto una capacità assoluta di riprodurre le sfumature della realtà” porta Vitali a intraprendere un cambiamento nella sua carriera. Lavora come direttore della fotografia per la televisione e il cinema, tuttavia, il suo legame con la fotocamera rimane e la fotografia diviene per lui mezzo di ricerca artistica. La sua serie di panorami balneari italiani è iniziata alla luce dei radicali cambiamenti politici in Italia. Vitali osserva con attenzione le realtà italiane dipingendo una “visione clinica e compiacente di normalità italiane”. Nel corso degli ultimi 12 anni sviluppa un nuovo approccio per ritrarre il mondo, “illuminando l’apoteosi della Mandria”, esprimendo e commentando attraverso le più intriganti, forme palpabili di arte contemporanea.
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Progetto RIVA
Mostra fotografica di Massimo Vitali, Arno Rafael Minkkinen e Jay Wolke A cura di Fondazione Studio Marangoni
Arno immaginario Collettivo si è configurato come un triplice lavoro fotografico sull’Arno che da settembre a novembre 2016 ha coinvolto fotografi locali, fotografi internazionali e giovani fotografi. Il progetto si sviluppa sul rapporto tra Firenze e il suo elemento naturale più importante, il fiume, e restituisce una ricostruzione collettiva dell’immaginario intorno ad esso, attraverso tre momenti espositivi distinti. La mostra conclusiva ha visto la partecipazione di tre grandi fotografi internazionali. Arno Minkkinen, Massimo Vitali e Jay Wolke hanno interpretato la città di Firenze attraverso la sua spina dorsale, l’Arno, e hanno prodotto una serie di lavori inediti. Focus della ricerca di Arno Minkkinen è il paesaggio antropomorfizzato e il rapporto tra la figura umana e l’elemento dell’acqua. Un sistema combinatorio che tiene insieme a livello visivo le div
Mostra fotografica di Massimo Vitali, Arno Rafael Minkkinen e Jay Wolke A cura di Fondazione Studio Marangoni
Arno immaginario Collettivo si è configurato come un triplice lavoro fotografico sull’Arno che da settembre a novembre 2016 ha coinvolto fotografi locali, fotografi internazionali e giovani fotografi. Il progetto si sviluppa sul rapporto tra Firenze e il suo elemento naturale più importante, il fiume, e restituisce una ricostruzione collettiva dell’immaginario intorno ad esso, attraverso tre momenti espositivi distinti. La mostra conclusiva ha visto la partecipazione di tre grandi fotografi internazionali. Arno Minkkinen, Massimo Vitali e Jay Wolke hanno interpretato la città di Firenze attraverso la sua spina dorsale, l’Arno, e hanno prodotto una serie di lavori inediti. Focus della ricerca di Arno Minkkinen è il paesaggio antropomorfizzato e il rapporto tra la figura umana e l’elemento dell’acqua. Un sistema combinatorio che tiene insieme a livello visivo le diverse anime del fiume è, invece, al centro della produzione di Jay Wolke, mentre Massimo Vitali guarda alla relazione tra i cittadini e il fiume come momento aggregazione.
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