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Seoungwon Won
Realtà e illusione in queste scene si mescolano così magistralmente da renderle inscindibili, creando una realtà tangibile alternativa dove elementi caratterizzanti della fotografia vengono usati per rendere questa “verità” inconfutabilmente vivida. Per arrivare a questo risultato l’artista compie innumerevoli e meticolose modifiche alle sue fotografie, mentre disegna a primo getto, rivelando così molto chiaramente il processo di conflitto tra coscienza e subconscio. Il lungo viaggio per trovare cose e scene nella realtà comincia quando un schizzo di idea è realizzato. Poi, le centinaia di scene raccolte dalla macchina fotografica durante il viaggio sono montate come un fine collage. Come per gli ‘oggetti trovati’ dei surrealisti, le cose, frutto dell’incontro di coincidenze e inevitabilità, incarnano l’intenzione e il desiderio dell’artista. È nelle aperture di spazio e tempo che cose ultraterrene sono create con un sforzo così grande e, sebbene ultraterrene,
Realtà e illusione in queste scene si mescolano così magistralmente da renderle inscindibili, creando una realtà tangibile alternativa dove elementi caratterizzanti della fotografia vengono usati per rendere questa “verità” inconfutabilmente vivida. Per arrivare a questo risultato l’artista compie innumerevoli e meticolose modifiche alle sue fotografie, mentre disegna a primo getto, rivelando così molto chiaramente il processo di conflitto tra coscienza e subconscio. Il lungo viaggio per trovare cose e scene nella realtà comincia quando un schizzo di idea è realizzato. Poi, le centinaia di scene raccolte dalla macchina fotografica durante il viaggio sono montate come un fine collage. Come per gli ‘oggetti trovati’ dei surrealisti, le cose, frutto dell’incontro di coincidenze e inevitabilità, incarnano l’intenzione e il desiderio dell’artista. È nelle aperture di spazio e tempo che cose ultraterrene sono create con un sforzo così grande e, sebbene ultraterrene, queste nascono dalla realtà.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Mostra in collaborazione con il Korea Film Fest 2017
Dal 23 marzo 2017 è ritornato il Korea Film Fest, l’appuntamento che da anni avvicina Firenze alla cultura coreana attraverso un palinsesto ricco di eventi. MAD Murate Art District ha invitato 7 artisti e due curatrici coreane in residenza. Le opere esposte, realizzate da importanti artisti coreani, in parte noti al pubblico grazie alla Biennale di Venezia in parte presentati per la prima volta al pubblico italiano, sono state selezionate dalle curatrici Jiyoung LEE, rappresentante della Platform A, e Kko-kka LEE, ex-responsabile Pianificazione e Sviluppo Programma Accademico alla Busan Biennale 2016. Con titolo di Straniamento, termine italiano per descrivere l’effetto di lontananza e alienazione, i curatori intendevano promuovere un dialogo tra pubblico italiano e opere meno conosciute dell’arte contemporanea coreana per esporre ed esplorare attraverso il linguaggio visuale sentimenti condivisi e valori comuni.
Dal 23 marzo 2017 è ritornato il Korea Film Fest, l’appuntamento che da anni avvicina Firenze alla cultura coreana attraverso un palinsesto ricco di eventi. MAD Murate Art District ha invitato 7 artisti e due curatrici coreane in residenza. Le opere esposte, realizzate da importanti artisti coreani, in parte noti al pubblico grazie alla Biennale di Venezia in parte presentati per la prima volta al pubblico italiano, sono state selezionate dalle curatrici Jiyoung LEE, rappresentante della Platform A, e Kko-kka LEE, ex-responsabile Pianificazione e Sviluppo Programma Accademico alla Busan Biennale 2016. Con titolo di Straniamento, termine italiano per descrivere l’effetto di lontananza e alienazione, i curatori intendevano promuovere un dialogo tra pubblico italiano e opere meno conosciute dell’arte contemporanea coreana per esporre ed esplorare attraverso il linguaggio visuale sentimenti condivisi e valori comuni.
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