Agorà
installazione sonora permanente
APRIArchival Platform
Workshop
Murate Art District collabora ogni anno con centinaia di artisti nazionali e internazionali a progetti artistici, performativi, fotografici, rendendo partecipe la cittadinanza e la comunità dell’intenso lavoro di ricerca che viene svolto nella nostra città.
MAD apre le porte dal 23 al 27 ottobre 2024: incontri, riflessioni, performance, talk e convegni. Cinque giornate all’insegna della condivisione tra artisti, curatori e pubblico, per prendere parte alla quotidianità di MAD, davanti e dietro le quinte, approfondendo il tema della cura.
Murate Art District collabora ogni anno con centinaia di artisti nazionali e internazionali a progetti artistici, performativi, fotografici, rendendo partecipe la cittadinanza e la comunità dell’intenso lavoro di ricerca che viene svolto nella nostra città.
MAD apre le porte dal 23 al 27 ottobre 2024: incontri, riflessioni, performance, talk e convegni. Cinque giornate all’insegna della condivisione tra artisti, curatori e pubblico, per prendere parte alla quotidianità di MAD, davanti e dietro le quinte, approfondendo il tema della cura.
26-28 gennaio
Masterclass di body music e canto rituale
condotta da Simone Mongelli
con la partecipazione di Katerina Stathaki
Il workshop Il Ritmo delle Baccanti si concentra sulla dimensione rituale dell’uso del corpo come strumento musicale, attraverso le tecniche della body music e del canto polifonico.
Si esploreranno varie possibilità di interazione ritmica e vocale, indagando ritmi tradizionali, poliritmie, canti tradizionali e polifonie di provenienza greca e magnogreca, rivissuti attraverso il corpo, i suoi suoni, i suoi movimenti.
La masterclass avrà luogo a partire da venerdì 26 a domenica 28 gennaio. Si rivolge a musicisti, danzatori, attori e a chiunque voglia espandere le proprie capacità espressive attraverso la musica incarnata. Si concluderà con una restituzione corale al pubblico la sera di domenica 28 gennaio.
Per info e iscrizioni: info@geniuslociperformance.com
Simone Mongelli
26-28 gennaio
Masterclass di body music e canto rituale
condotta da Simone Mongelli
con la partecipazione di Katerina Stathaki
Il workshop Il Ritmo delle Baccanti si concentra sulla dimensione rituale dell’uso del corpo come strumento musicale, attraverso le tecniche della body music e del canto polifonico.
Si esploreranno varie possibilità di interazione ritmica e vocale, indagando ritmi tradizionali, poliritmie, canti tradizionali e polifonie di provenienza greca e magnogreca, rivissuti attraverso il corpo, i suoi suoni, i suoi movimenti.
La masterclass avrà luogo a partire da venerdì 26 a domenica 28 gennaio. Si rivolge a musicisti, danzatori, attori e a chiunque voglia espandere le proprie capacità espressive attraverso la musica incarnata. Si concluderà con una restituzione corale al pubblico la sera di domenica 28 gennaio.
Per info e iscrizioni: info@geniuslociperformance.com
Simone Mongelli è musicista polistrumentista ed etnomusicologo. È il direttore artistico del progetto Bodyterranean e membro del corpo insegnanti dell’International Body Music Festival.
Katerina Stathaki è cantante e suonatrice di santouri, allieva di Marios Papadeas. Il suo repertorio comprende vari canti tradizionali ellenici fino al canto popolare urbano noto come Rebetiko
a cura di Villaggio dei Popoli
MAD ospita il Festival della Transizione Ecologica 2023 a partire dal 6 ottobre. Il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Firenze e si articola all’interno delle sale di MAD e di altri spazi in quattro giornate: dal 5 all’8 ottobre!
Per comprendere a fondo il significato della Transizione Ecologica e quali cambiamenti questa comporti nella vita quotidiana di ciascuno, il Festival affronta il tema da diversi punti di vista: alimentazione e produzione alimentare, cambiamento climatico, commercio equo e solidale, energia, economia, inclusione, rifiuti. Tutte questioni profondamente legate ai valori e agli ideali di sostenibilità ambientale, giustizia sociale, solidarietà e consumo critico.
Il Festival è un’occasione di formazione e informazione che permetterà di conoscere meglio le realtà istituzionali, associative e imprenditoriali protagoniste della transizione ecologica in Toscana e in Italia. Sarà inoltre un’opportunità per associazioni e imprese
MAD ospita il Festival della Transizione Ecologica 2023 a partire dal 6 ottobre. Il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Firenze e si articola all’interno delle sale di MAD e di altri spazi in quattro giornate: dal 5 all’8 ottobre!
Per comprendere a fondo il significato della Transizione Ecologica e quali cambiamenti questa comporti nella vita quotidiana di ciascuno, il Festival affronta il tema da diversi punti di vista: alimentazione e produzione alimentare, cambiamento climatico, commercio equo e solidale, energia, economia, inclusione, rifiuti. Tutte questioni profondamente legate ai valori e agli ideali di sostenibilità ambientale, giustizia sociale, solidarietà e consumo critico.
Il Festival è un’occasione di formazione e informazione che permetterà di conoscere meglio le realtà istituzionali, associative e imprenditoriali protagoniste della transizione ecologica in Toscana e in Italia. Sarà inoltre un’opportunità per associazioni e imprese di fare rete per agire insieme sul territorio.
Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Questo contenuto appare in:
Da giovedì 28 al 30 settembre MAD ospita EQUIVALENZE – CANTIERE DELLE DIVERSITÀ.
Abbattere pregiudizi e discriminazioni, considerare la diversità una risorsa: è questo lo scopo di “Equivalenze – Il Cantiere delle Diversità”, evento organizzato dalla coop. Il Girasole, in programma dal 28 al 30 settembre alle Murate.
Incontri con esperti sul tema della diversità in ambito personale, sociale e lavorativo, attività creative, laboratori, workshop si alterneranno tutti i giorni dalle 9.30 alle 23.00, e il 29/09 giornata speciale con eventi dedicati alle scuole e alle imprese.
Ingresso libero.
Consigliata l’iscrizione compilando questo modulo.
Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Da giovedì 28 al 30 settembre MAD ospita EQUIVALENZE – CANTIERE DELLE DIVERSITÀ.
Abbattere pregiudizi e discriminazioni, considerare la diversità una risorsa: è questo lo scopo di “Equivalenze – Il Cantiere delle Diversità”, evento organizzato dalla coop. Il Girasole, in programma dal 28 al 30 settembre alle Murate.
Incontri con esperti sul tema della diversità in ambito personale, sociale e lavorativo, attività creative, laboratori, workshop si alterneranno tutti i giorni dalle 9.30 alle 23.00, e il 29/09 giornata speciale con eventi dedicati alle scuole e alle imprese.
Ingresso libero.
Consigliata l’iscrizione compilando questo modulo.
Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Per progetto artistico "LIBERTÀ CLANDESTINE" di Mariana Ferratto
Open Call per perfomers
“LIBERTÀ CLANDESTINE”
dell’artista Mariana Ferratto
MAD Murate Art District, Firenze
LIBERTÀ CLANDESTINE è un progetto di mostra che affronta gli spazi di “libertà” e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscivano a conquistare durante la dittatura argentina del 1976-83. La mostra è un complesso di opere connesse tra loro, che ruotano intorno a due progetti centrali: Memoria della materia e Affiorare. Il primo è un progetto di ricerca artistica vincitrice dell’Italian Council 2022 per il sostegno alla ricerca internazionale di artisti, curatori e critici. Affiorare, invece, è un progetto sviluppato attraverso la residenza di produzione del Mad (Murate Art District) di Firenze nel periodo dicembre-gennaio 2022/2023.
A settembre-ottobre 2023 l’artista sarà nuovamente in residenza presso gli spazi del MAD Murate Art District con l’intento di collaborare e lavorare ad un nuovo progetto con un gruppo
Open Call per perfomers
“LIBERTÀ CLANDESTINE”
dell’artista Mariana Ferratto
MAD Murate Art District, Firenze
LIBERTÀ CLANDESTINE è un progetto di mostra che affronta gli spazi di “libertà” e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscivano a conquistare durante la dittatura argentina del 1976-83. La mostra è un complesso di opere connesse tra loro, che ruotano intorno a due progetti centrali: Memoria della materia e Affiorare. Il primo è un progetto di ricerca artistica vincitrice dell’Italian Council 2022 per il sostegno alla ricerca internazionale di artisti, curatori e critici. Affiorare, invece, è un progetto sviluppato attraverso la residenza di produzione del Mad (Murate Art District) di Firenze nel periodo dicembre-gennaio 2022/2023.
A settembre-ottobre 2023 l’artista sarà nuovamente in residenza presso gli spazi del MAD Murate Art District con l’intento di collaborare e lavorare ad un nuovo progetto con un gruppo di performer.
È quindi aperta l’open call per performer, con l’invito a partecipare a un ciclo di incontri e performance finale che avrà luogo durante l’inaugurazione. Le candidature devono essere inviate entro mercoledì 6 settembre.
Per candidarsi e per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Workshop al MAD
15 giugno 2021
Danzatrice
Janne-Camilla Lyster è una danzatrice, coreografa e scrittrice norvegese. Lavora nel campo della danza contemporanea dal 2006 e nel 2019 ha completato il suo progetto di dottorato artistico presso l’Accademia nazionale delle arti di Oslo: Poesia coreografica: creazione di spartiti letterari per la danza. Lyster ha pubblicato una serie di raccolte di poesie, oltre a una raccolta di spartiti coreografici e due romanzi. Dal 2021 è professore associato di coreografia presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo. Il suo lavoro è stato presentato a livello nazionale e internazionale. www.jannecamillalyster.no
Janne-Camilla Lyster è una danzatrice, coreografa e scrittrice norvegese. Lavora nel campo della danza contemporanea dal 2006 e nel 2019 ha completato il suo progetto di dottorato artistico presso l’Accademia nazionale delle arti di Oslo: Poesia coreografica: creazione di spartiti letterari per la danza. Lyster ha pubblicato una serie di raccolte di poesie, oltre a una raccolta di spartiti coreografici e due romanzi. Dal 2021 è professore associato di coreografia presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo. Il suo lavoro è stato presentato a livello nazionale e internazionale. www.jannecamillalyster.no
Artista visiva e cantante
Artista visiva e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.
Artista visiva e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.
Workshop a cura di Maria Rosa Sossai
Il progetto riprende i valori della responsabilità morale e della gratitudine etica che sono al centro del lavoro artistico On Reconciliation del 2013 di Dora Garcia, esaminati attraverso la lente della relazione tra due intellettuali protagonisti della scena culturale europea del Novecento, Hannah Arendt e Martin Heidegger.
Nella consapevolezza che esiste un legame indissolubile tra la sfera privata e la sfera pubblica, tali valori sono il punto di partenza del progetto Riconciliarsi con chi? Con che cosa? Perché? per affrontare i conflitti spesso non risolti all’interno di una collettività, la quale è viva solo se ha la speranza di un domani.
Il progetto prevede la partecipazione e il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, delle associazioni e delle personalità chiave della comunità per costruire insieme un terreno fertile di incontro e scambio.
I tre incontri sul tema della riconciliazione all’interno del progetto RIVA
Il progetto riprende i valori della responsabilità morale e della gratitudine etica che sono al centro del lavoro artistico On Reconciliation del 2013 di Dora Garcia, esaminati attraverso la lente della relazione tra due intellettuali protagonisti della scena culturale europea del Novecento, Hannah Arendt e Martin Heidegger.
Nella consapevolezza che esiste un legame indissolubile tra la sfera privata e la sfera pubblica, tali valori sono il punto di partenza del progetto Riconciliarsi con chi? Con che cosa? Perché? per affrontare i conflitti spesso non risolti all’interno di una collettività, la quale è viva solo se ha la speranza di un domani.
Il progetto prevede la partecipazione e il coinvolgimento delle studentesse e degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, delle associazioni e delle personalità chiave della comunità per costruire insieme un terreno fertile di incontro e scambio.
I tre incontri sul tema della riconciliazione all’interno del progetto RIVA intendono dare il loro contributo a ricucire il rapporto ancora distante tra il fiume Arno, le sue sponde e i cittadini, in un momento in cui l’emergenza sanitaria ci ha messo di fronte ai valori della responsabilità morale e della gratitudine, da esercitare anche nei confronti del paesaggio con il quale abbiamo a volte un rapporto quotidiano ma distratto.
Il tema della riconciliazione ci spinge inevitabilmente a chiederci con chi o con che cosa desideriamo riconciliarci e perché?
La riconciliazione è un’assunzione di responsabilità che genera un sentimento di gratitudine nei confronti di qualcuno o qualcosa che è stato ferito e di cui riconosciamo il valore.
Durante i tre incontri le studentesse/i e le singole persone rifletteranno sul rapporto che hanno coltivato nel tempo nei confronti del fiume Arno – indifferenza, empatia, cura, interesse – e formuleranno un atto di riconciliazione che potrà assumere le forme più diverse – un testo, un’opera d’arte, una canzone, un film, una musica, un disegno, una danza, un’azione, uno statement, in modo da formare una voce corale che permetterà a ognuna/o di noi di compiere quel primo passo per operare innanzitutto una riconciliazione con noi stesse/i.
Il progetto partecipativo sarà portato avanti con il coinvolgimento della comunità del quartiere di Sant’Ambrogio, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nell’ambito del progetto Voice Over in collaborazione con il Progetto RIVA
Con il sostegno di Fondazione CR Firenze
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
formatrice teatrale
Katiuscia Favilli si occupa di arti performative come pratica di scena e progettazione da venti anni. Formatrice in ambito artistico ed educativo declinando la pratica del teatro come strumento di esplorazione del sé, capacità relazionale, crescita del proprio potenziale e delle proprie capacità individuali. Ha maturato competenze nella progettazione di percorsi sia per soggetti in formazione che per formatori, in ambiti formali e informali, quali scuole, festival e cooperative sociali. Attualmene collabora con il dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze.
FOSCA è un progetto nato nel 2006 dall’idea di Caterina Poggesi. Fosca è una rete in continua definizione che mira a creare spazi di indagine e riflessione nella cultura contemporanea, attraverso creazioni nell’ambito delle arti performative e visive. All’interno delle varie iniziative ogni volta collaborano artisti e neofiti diversi, legati ai tratti specifici dell’opera. Fosca
Katiuscia Favilli si occupa di arti performative come pratica di scena e progettazione da venti anni. Formatrice in ambito artistico ed educativo declinando la pratica del teatro come strumento di esplorazione del sé, capacità relazionale, crescita del proprio potenziale e delle proprie capacità individuali. Ha maturato competenze nella progettazione di percorsi sia per soggetti in formazione che per formatori, in ambiti formali e informali, quali scuole, festival e cooperative sociali. Attualmene collabora con il dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze.
FOSCA è un progetto nato nel 2006 dall’idea di Caterina Poggesi. Fosca è una rete in continua definizione che mira a creare spazi di indagine e riflessione nella cultura contemporanea, attraverso creazioni nell’ambito delle arti performative e visive. All’interno delle varie iniziative ogni volta collaborano artisti e neofiti diversi, legati ai tratti specifici dell’opera. Fosca non vuole essere una formazione di persone, piuttosto un insieme di collaborazioni e vissuti, in continua mutazione fra soggetti, linguaggi, territori e ambiti disciplinari. È uno spazio mentale che trova la sua manifestazione in azioni concrete nella ricerca artistica e nello studio dei linguaggi della contemporaneità, occupandosi trasversalmente di cultura, educazione, socialità, scienze umane. È un progetto di creazione, produzione e promozione artistica di spettacoli, laboratori, eventi, momenti di studio, mostre, pubblicazioni, trasmissioni radiofoniche. Fosca è un network multidirezionale in continua evoluzione e come tale opera.
Musicista e artista visivo
Francesco Pellegrino è un artista multimediale e musicista; i suoi lavori includono musica elettroacustica, performance e installazioni. Come musicista si esibisce in concerti elettroacustici per strumenti vari (tra cui sax, tromba, clarinetto e vari oggetti) e live electronics; suona nel trio elettroacustico3D3, con Maurizio Montini e Andrea Venturoli. Come artista crea installazioni della forte componente sonora, ambienti immersivi, inviti alla contemplazione. Le sue installazioni sono state esposte a Firenze, Livorno, Stoccolma, Città del Messico, Chongquing ed altre.
Francesco Pellegrino è un artista multimediale e musicista; i suoi lavori includono musica elettroacustica, performance e installazioni. Come musicista si esibisce in concerti elettroacustici per strumenti vari (tra cui sax, tromba, clarinetto e vari oggetti) e live electronics; suona nel trio elettroacustico3D3, con Maurizio Montini e Andrea Venturoli. Come artista crea installazioni della forte componente sonora, ambienti immersivi, inviti alla contemplazione. Le sue installazioni sono state esposte a Firenze, Livorno, Stoccolma, Città del Messico, Chongquing ed altre.
Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a Benedetta Manfriani, artista visiva e cantante
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Walkabout
Benedetta Manfriani
Coro CONfusion
Progetto RIVA | Residenza d'artista e Perfromance
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
composer and director of GAMO Gruppo Aperto Musica Oggi
Francesco Gesualdi è riconosciuto come uno dei più originali e versatili fisarmonicisti classici italiani della sua generazione. Padrone di un ampio repertorio è regolarmente presente nei cartelloni delle più importanti Stagioni concertistiche, di Società di Concerti, Enti e Teatri storici. Come performer ed interprete ha realizzato più di cento edizioni – fra prime esecuzioni assolute ed incisioni inedite – di composizioni originali per fisarmonica classica contemporanea, di importanti autori della scena musicale d’oggi. Ha lavorato a stretto contatto con alcuni dei più importanti compositori della scena della musica d’oggi: M.Kagel, S.Gubaidulina, M.Sotelo, A.Solbiati, S.Gervasoni, M.Franceschini, M.Cardi, R.Saunders, T.Hosokawa, H.Skempton, W.Rihm (solo per citarne alcuni), eseguendo le loro più celebri composizioni per fisarmonica, alcune in prima assoluta, altre in prima italiana. Il focus di molti dei suoi concerti in Italia, Europa, Australia e America, d
Francesco Gesualdi è riconosciuto come uno dei più originali e versatili fisarmonicisti classici italiani della sua generazione. Padrone di un ampio repertorio è regolarmente presente nei cartelloni delle più importanti Stagioni concertistiche, di Società di Concerti, Enti e Teatri storici. Come performer ed interprete ha realizzato più di cento edizioni – fra prime esecuzioni assolute ed incisioni inedite – di composizioni originali per fisarmonica classica contemporanea, di importanti autori della scena musicale d’oggi. Ha lavorato a stretto contatto con alcuni dei più importanti compositori della scena della musica d’oggi: M.Kagel, S.Gubaidulina, M.Sotelo, A.Solbiati, S.Gervasoni, M.Franceschini, M.Cardi, R.Saunders, T.Hosokawa, H.Skempton, W.Rihm (solo per citarne alcuni), eseguendo le loro più celebri composizioni per fisarmonica, alcune in prima assoluta, altre in prima italiana. Il focus di molti dei suoi concerti in Italia, Europa, Australia e America, da solista e in progetti esclusivi di musica da camera, è caratterizzato da programmi di musica antica (è autore ed interprete di trascrizioni di pagine della musica antica di Bach, De Cabezon, Frescobaldi, Scarlatti, C.Gesualdo) e programmi di musica contemporanea.
Questo contenuto appare in:
Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a Francesco Gesualdi, compositore e direttore di GAMO Gruppo Aperto Musica Oggi
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a Francesco Pellegrino, musicista e artista visivo
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Laboratorio per artista del teatro, professionista e non, guidato da Patrizia Menichelli
Per la prima edizione del Laboratorio “Ritratti Immaginari”, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e con Arcadia Ars In – Firenze offre una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale. Ad un candidato meritevole verrà quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori e docenti professionisti.
Il progetto teatrale, attraverso i linguaggi e le poetiche sensoriali, vuole creare uno spazio di ricerca per i partecipanti e una successiva esperienza immersiva per il pubblico. L’intenzione è di approfondire l’esperienza dell’incontro, attraverso un gioco poetico di avvicinamento alla “lettura del carattere”, inteso come immagine e traccia di sé. Il tipo di teatro proposto approfondisce la poetica dell’intimità, dell’ascolto, della memoria del corpo e dell’immaginazione, il lavoro nasce da un’interazione costante con l’altro. L’appr
Per la prima edizione del Laboratorio “Ritratti Immaginari”, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e con Arcadia Ars In – Firenze offre una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale. Ad un candidato meritevole verrà quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori e docenti professionisti.
Il progetto teatrale, attraverso i linguaggi e le poetiche sensoriali, vuole creare uno spazio di ricerca per i partecipanti e una successiva esperienza immersiva per il pubblico. L’intenzione è di approfondire l’esperienza dell’incontro, attraverso un gioco poetico di avvicinamento alla “lettura del carattere”, inteso come immagine e traccia di sé. Il tipo di teatro proposto approfondisce la poetica dell’intimità, dell’ascolto, della memoria del corpo e dell’immaginazione, il lavoro nasce da un’interazione costante con l’altro. L’approccio è immersivo, rituale e quindi sensoriale; raccontiamo una storia, attraverso però vari linguaggi: la parola, l’olfatto, l’immagine, il tatto, la musica ecc.
Il progetto in ogni fase facilita e sollecita: la pratica corporea, l’essere qui e ora attraverso una pratica artistica, il prendersi cura di noi stessi e dell’altro sviluppando l’attenzione, l’allenamento dello sguardo e dell’ascolto con esercizi dedicati alla percezione e al sentire, l’improvvisazione con i linguaggi sensoriali e l’esperienza del ritratto immaginato attraverso la scrittura, gli oggetti e l’immagine. La ricerca iniziata nel 2018, prosegue per creare uno spazio intimo e poetico per la condivisione con il pubblico.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Florentine Voices
Piero Mottola è artista e musicista sperimentale, docente di Sound Design e Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Direttore del LER Laboratorio di Estetica del Rumore, la sua formazione avviene nell’ambito della Teoria Eventualista presso il Centro Studi Jartrakor di Roma dove nel 1988 tiene la sua prima personale con gli esperimenti interattivi “Miglioramento-Peggioramento” e “Bello-Brutto”. Indaga la soggettività e la libera interpretazione del fruitore a strutture visive e sonore attraverso esperimenti e misurazioni. È stato invitato da diverse università internazionali a tenere conferenze e a svolgere master sulla relazione tra rumore ed emozione. I risultati di tali ricerche sono stati pubblicati nel libro Passeggiate emozionali, dal rumore alla Musica Relazionale, presentato in diverse università italiane e internazionali e nell’ambito di trasmissioni culturali della radiotelevisione italiana, Rai Uno, Rai Radio Tre e Radio Cultura Argenti
Piero Mottola è artista e musicista sperimentale, docente di Sound Design e Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Direttore del LER Laboratorio di Estetica del Rumore, la sua formazione avviene nell’ambito della Teoria Eventualista presso il Centro Studi Jartrakor di Roma dove nel 1988 tiene la sua prima personale con gli esperimenti interattivi “Miglioramento-Peggioramento” e “Bello-Brutto”. Indaga la soggettività e la libera interpretazione del fruitore a strutture visive e sonore attraverso esperimenti e misurazioni. È stato invitato da diverse università internazionali a tenere conferenze e a svolgere master sulla relazione tra rumore ed emozione. I risultati di tali ricerche sono stati pubblicati nel libro Passeggiate emozionali, dal rumore alla Musica Relazionale, presentato in diverse università italiane e internazionali e nell’ambito di trasmissioni culturali della radiotelevisione italiana, Rai Uno, Rai Radio Tre e Radio Cultura Argentina. Queste ricerche sono state presentate anche in diverse istituzioni museali nazionali e internazionali: Palazzo Esposizioni, Roma (1993); MAMBA, Museo Arte Moderno, Buenos Aires (2013); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2013); MACRO, Museo d’arte contemporanea, Roma (2015, 2017; 2018); Museo Hermann Nitsch-Fondazione Morra, Napoli (2009, 2015, 2019); MAC Museo d’arte contemporanea, Santiago del Cile (2016); Beijing Institute of Graphic Communication (2017); Istituto di Cultura Italiano, Pechino (2017); Museo della Certosa di S. Lucia, Rome (2018); Museo della Certosa di S. Martino, Castel S. Elmo, Napoli (2018, 2019); CCK Kirchner Cultural Center, Buenos Aires (2019); Istituto Italiano di Cultura, Buenos Aires (2019).
Piero Mottola
Florentine Voices, primo progetto nato sotto l’egida di Murate Art District è lo step fiorentino di una ricerca finora condotta a Valencia, Lisbona, Tenerife, Roma, Santiago del Cile, Lipsia, Varsavia, L’Avana, Buenos Aires, Wuhan, Shanghai, Pechino.
Alle persone che hanno partecipato all’esperimento negli scorsi mesi, convocati con bando pubblico, è stato chiesto di associare a dieci parametri emozionali (paura, angoscia, agitazione, collera, tristezza, stupore, eccitazione, piacere, gioia, calma) suoni e rumori prodotti esclusivamente con la voce e con il proprio corpo. Le centinaia di frammenti sonori ottenuti sono stati catalogati e intrecciati dall’artista in composizioni realizzate mediante l’ “autocorrelatore acustico”, un sistema capace di costruire algoritmi e trasformarli in opere grafiche che assomigliano a quadri astratti e variopinti. In questo modo l’opera restituisce un composito e fluttuante ritratto emotivo e internazionale della città.
Nelle t
Florentine Voices, primo progetto nato sotto l’egida di Murate Art District è lo step fiorentino di una ricerca finora condotta a Valencia, Lisbona, Tenerife, Roma, Santiago del Cile, Lipsia, Varsavia, L’Avana, Buenos Aires, Wuhan, Shanghai, Pechino.
Alle persone che hanno partecipato all’esperimento negli scorsi mesi, convocati con bando pubblico, è stato chiesto di associare a dieci parametri emozionali (paura, angoscia, agitazione, collera, tristezza, stupore, eccitazione, piacere, gioia, calma) suoni e rumori prodotti esclusivamente con la voce e con il proprio corpo. Le centinaia di frammenti sonori ottenuti sono stati catalogati e intrecciati dall’artista in composizioni realizzate mediante l’ “autocorrelatore acustico”, un sistema capace di costruire algoritmi e trasformarli in opere grafiche che assomigliano a quadri astratti e variopinti. In questo modo l’opera restituisce un composito e fluttuante ritratto emotivo e internazionale della città.
Nelle tre celle al primo piano di MAD è invece esposto un excursus del lavoro dell’artista che riconduce alle origini delle sperimentazioni degli anni Ottanta e primi anni Novanta sul concetto di “Miglioramento Peggioramento” estetico e delle categorie di “Bello Brutto”, in cui l’artista si poneva il problema della misurazione del processo creativo con pratiche relazionali attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico.
Infine, l’esuberanza cromatica delle opere più recenti, esposte nell’ultima cella, rivela il processo di ricerca dell’artista, volto a restituire partiture visive che rispondono alla ricerca di godimento estetico espressa dal fruitore.
Florentine voices, prosegue a Firenze la ricerca sperimentale itinerante e in progress condotta dall’artista Piero Mottola volta ad indagare le potenzialità evocative e musicali della voce di persone comuni, in diverse aree geografiche del pianeta.
Curator Exhibition Autoritratti | Sui Generis
Critico d’arte e curatrice, il suo lavoro si concentra sulla pratica artistica contemporanea come interrogazione dello spazio culturale e del suo contesto e sulla didattica della cultura visiva contemporanea. Membro fondatore dello spazio non profit 1: 1projects, insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’Università di Roma La Sapienza. Da gennaio 2009, insieme a Ilaria Gianni, è direttrice artistica della Nomas Foundation, Roma.
Critico d’arte e curatrice, il suo lavoro si concentra sulla pratica artistica contemporanea come interrogazione dello spazio culturale e del suo contesto e sulla didattica della cultura visiva contemporanea. Membro fondatore dello spazio non profit 1: 1projects, insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’Università di Roma La Sapienza. Da gennaio 2009, insieme a Ilaria Gianni, è direttrice artistica della Nomas Foundation, Roma.
Architetto
Britta Wikholm è la direttrice artistica e fondatrice di Visulent AB, con una grande passione per l’architettura, la comunicazione e l’arte. Trovare soluzioni alle esigenze dei clienti utilizzando le capacità creative e visive è la sua motivazione quotidiana. Con la sua esperienza di vita lavorativa accumulata e una costante spinta verso il miglioramento, ha scavato in profondità nel processo creativo e come usarlo realmente per sviluppare la visualizzazione dell’architettura -abilità. Oltre a fornire la migliore qualità, l’obiettivo principale è una comunicazione dinamica con il cliente. Dopo la laurea presso la Higher Vocational School, ha iniziato come designer visiva interna presso White Architects, Gothenburg, poi Britta è passata a Tomorrow ed è diventata responsabile del loro processo creativo. Contemporaneamente ha studiato Art Direction presso la Berghs School of communication di Stoccolma e nell’estate del 2018 ha dato vita a Visulent, i
Britta Wikholm è la direttrice artistica e fondatrice di Visulent AB, con una grande passione per l’architettura, la comunicazione e l’arte. Trovare soluzioni alle esigenze dei clienti utilizzando le capacità creative e visive è la sua motivazione quotidiana. Con la sua esperienza di vita lavorativa accumulata e una costante spinta verso il miglioramento, ha scavato in profondità nel processo creativo e come usarlo realmente per sviluppare la visualizzazione dell’architettura -abilità. Oltre a fornire la migliore qualità, l’obiettivo principale è una comunicazione dinamica con il cliente. Dopo la laurea presso la Higher Vocational School, ha iniziato come designer visiva interna presso White Architects, Gothenburg, poi Britta è passata a Tomorrow ed è diventata responsabile del loro processo creativo. Contemporaneamente ha studiato Art Direction presso la Berghs School of communication di Stoccolma e nell’estate del 2018 ha dato vita a Visulent, il nuovo e più eccitante capitolo della sua carriera.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Chiara Camoni / Bettina Buck con le parole di Cecilia Canziani e una conferenza di Chiara Frugoni
Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.
Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori div
Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.
Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori diversi e distanti nel tempo. Le opere di Chiara Camoni e Bettina Buck in mostra invitano a riflettere sulla relazione tra corpo e spazio, sul modo in cui i corpi costruiscono ambienti, i gesti generano mondi, i mondi raccontano relazioni, e le relazioni sono un modo per reinventare le modalità di stare insieme, produrre, esporre.
I gesti e le voci di chi ha partecipato agli incontri sono custoditi e rappresentati da un tappeto presentato in mostra e tessuto con la supervisione della tessitrice Paola Aringes.
Attorno a questo oggetto che è anche un luogo, un corpus di lavori inediti di Chiara Camoni fa a sua volta spazio ai lavori realizzati da Bettina Buck tra il 2010 e il 2017. Unite da una riflessione comune sulla scultura e da un’attitudine dialogica, i lavori delle due artiste si offrono come punti di vista l’una sul lavoro dell’altra.
Architetto
Michela Tonelli si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. È sempre stata affascinata dal ruolo della comunicazione nello sviluppo dei progetti architettonici. Michela raccoglie costantemente materiale di riferimento e il più spesso possibile è in giro a scattare fotografie con il suo smartphone alla ricerca di ispirazione. Ama la natura ei documentari biografici. Nella sua prossima vita vuole diventare una giocatrice di squash professionista. Nel tempo libero è professore in visita presso IED Firenze e IAAD Bologna.
Michela Tonelli si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. È sempre stata affascinata dal ruolo della comunicazione nello sviluppo dei progetti architettonici. Michela raccoglie costantemente materiale di riferimento e il più spesso possibile è in giro a scattare fotografie con il suo smartphone alla ricerca di ispirazione. Ama la natura ei documentari biografici. Nella sua prossima vita vuole diventare una giocatrice di squash professionista. Nel tempo libero è professore in visita presso IED Firenze e IAAD Bologna.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto
Proveniente dal sud della Francia, è un architetto che vive nella città di Montpellier. Fin da giovane ha sempre amato disegnare e creare qualsiasi tipo di storia. Il suo background è in architettura, ma la sua passione lo ha portato a immaginare e produrre un’ampia varietà di immagini e scenari. Molto entusiasta, ama condividere idee e lavorare su progetti interessanti. La sua carriera lo ha portato a lavorare come direttore creativo su diversi progetti e continua a farlo grazie a fruttuose collaborazioni.
Proveniente dal sud della Francia, è un architetto che vive nella città di Montpellier. Fin da giovane ha sempre amato disegnare e creare qualsiasi tipo di storia. Il suo background è in architettura, ma la sua passione lo ha portato a immaginare e produrre un’ampia varietà di immagini e scenari. Molto entusiasta, ama condividere idee e lavorare su progetti interessanti. La sua carriera lo ha portato a lavorare come direttore creativo su diversi progetti e continua a farlo grazie a fruttuose collaborazioni.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto
La provenienza egiziana di Karim Mousa ha portato a molte battute sul suo essere “discendente del faraone” nei cinque anni in cui ha vissuto a Bergen, in Norvegia, lavorando per lo studio di design Mir. Se solo i suoi colleghi avessero saputo la sua vera fama come ex campione internazionale di Taekwondo… Karim ha vissuto all’estero per più di un decennio dal momento che era di base a Dubai per sei anni prima di Bergen, sviluppando lavori di architettura come consulenze di progettazione globale, come ad esempio Dar Al-Handasah. Oggi, Karim sta ancora prendendo a calci il sacco di sabbia delle arti marziali e usando i suoi poteri di direzione artistica e l’esperienza mondana per dare vita all’architettura non costruita attraverso le sue esperienze di design visivo e approcci esplorativi.
La provenienza egiziana di Karim Mousa ha portato a molte battute sul suo essere “discendente del faraone” nei cinque anni in cui ha vissuto a Bergen, in Norvegia, lavorando per lo studio di design Mir. Se solo i suoi colleghi avessero saputo la sua vera fama come ex campione internazionale di Taekwondo… Karim ha vissuto all’estero per più di un decennio dal momento che era di base a Dubai per sei anni prima di Bergen, sviluppando lavori di architettura come consulenze di progettazione globale, come ad esempio Dar Al-Handasah. Oggi, Karim sta ancora prendendo a calci il sacco di sabbia delle arti marziali e usando i suoi poteri di direzione artistica e l’esperienza mondana per dare vita all’architettura non costruita attraverso le sue esperienze di design visivo e approcci esplorativi.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto e cofondatrice di LWCircus
Architetto, ha coordinato diverse installazioni di arte contemporanea a Roma (Giardino storico di Sant’Alessio) con la Fondazione Roma Arte e Musei. Ha progettato il parco archeologico di Nora in Sardegna e altri progetti pubblici a Roma, Bari, Cagliari. É la cofondatrice e coordinatrice scientifica di LWCircus, il programma operativo condiviso Italia-Messico, nato nel 2016 e centrato su modalità sperimentali nella ricerca di nuove strategie per uno sviluppo urbano e rurale sostenibile in aree naturali sensibili e nella rivitalizzazione di paesaggi culturali nel Mediterraneo e nei paesi in via di sviluppo.
Architetto, ha coordinato diverse installazioni di arte contemporanea a Roma (Giardino storico di Sant’Alessio) con la Fondazione Roma Arte e Musei. Ha progettato il parco archeologico di Nora in Sardegna e altri progetti pubblici a Roma, Bari, Cagliari. É la cofondatrice e coordinatrice scientifica di LWCircus, il programma operativo condiviso Italia-Messico, nato nel 2016 e centrato su modalità sperimentali nella ricerca di nuove strategie per uno sviluppo urbano e rurale sostenibile in aree naturali sensibili e nella rivitalizzazione di paesaggi culturali nel Mediterraneo e nei paesi in via di sviluppo.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto e cofondatrice di LWCircus
Annacaterina Piras è architetto e cartografa con un dottorato in Architettura paesaggistica ottenuto presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Sassari (2011). Si è laureata presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze (1999). Dal 2004 coordina diversi workshop cooperativi internazionali, sperimentando pratiche condivise di intervento urbano, usando l’arte come veicolo per reimmaginare spazi pubblici, in collaborazione con artisti locali, comunità e enti culturali, come Museo Nivola, Orani (2004) e la Fondazione Stazione dell’arte, Ulassai (2006). Negli ultimi anni ha collaborato con diverse università, fondazioni e enti culturali, quali Cornell University in Rome (2009), the Master in Landscape Architecture of Barcelona at ETSAB_UPC (2010), the Bauhaus Dessau Foundation (2011), the RMIT University, School of Architecture and Design, Melbourne (2013-19), the ENSP, Ecole nationale supérieure du Paysage, Versailles (2013-14-15-16), the Universid
Annacaterina Piras è architetto e cartografa con un dottorato in Architettura paesaggistica ottenuto presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Sassari (2011). Si è laureata presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze (1999). Dal 2004 coordina diversi workshop cooperativi internazionali, sperimentando pratiche condivise di intervento urbano, usando l’arte come veicolo per reimmaginare spazi pubblici, in collaborazione con artisti locali, comunità e enti culturali, come Museo Nivola, Orani (2004) e la Fondazione Stazione dell’arte, Ulassai (2006). Negli ultimi anni ha collaborato con diverse università, fondazioni e enti culturali, quali Cornell University in Rome (2009), the Master in Landscape Architecture of Barcelona at ETSAB_UPC (2010), the Bauhaus Dessau Foundation (2011), the RMIT University, School of Architecture and Design, Melbourne (2013-19), the ENSP, Ecole nationale supérieure du Paysage, Versailles (2013-14-15-16), the Universidad Marista, Merida (2016), the Chinese Universities of SCUA, SCUT, GAFA in Guangzhou and PKU, Beijing (2017), the UHM, University of Hawaii at Manoa (2017), Tonji and Jiao Tong University in Shanghai (2018), TURENSCAPE Academy (from 2018). Dal 2009, coordinati diversi workshop per Master di secondo livello in Urbanismo paesaggistico mediterraneo, presso la Facoltà di architettura di Alghero dell’Università di Sassari. È cofondatrice e coordinatrice scientifica di LWCircus, il programma operativo condiviso Italia-Messico, nato nel 2016 e centrato su modalità sperimentali nella ricerca di nuove strategie per uno sviluppo urbano e rurale sostenibile in aree naturali sensibili e nella rivitalizzazione di paesaggi culturali nel Mediterraneo e nei paesi in via di sviluppo. È stata membro della giuria al World Landscape Architecture Award 2019 ed è stata nominata per l’Italian Fellowship 2019-2020 dall’American Academy in Rome. Annacaterina e’ stata curatrice della sezione resilienza, arte e paesaggio del Padiglione Italia, alla XVII Biennale di Architettura di Venezia.
Musicista
Dudù Kouate – percussionista, musicista e mediatore culturale – nasce in Senegal da famiglia di Griot, cantori incaricati di portare avanti le storie del loro popolo, conservatori della tradizione culturale e musicale africana. Musicista polistrumentista, interpreta la tradizione in chiave moderna e multiculturale. Vive a Bergamo dove insegna percussioni africane; tiene seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani cercando di tracciare i confini territoriali delle popolazioni; incontra le scuole con interventi di divulgazione della tradizione culturale africana attraverso racconti di fiabe musicate ed esperienze musicali trasversali. Musicista versatile ed eclettico, conduce una ricerca costante sul suono (sound of elements) per esperienze sempre nuove nel mondo della musica.
Dudù Kouate – percussionista, musicista e mediatore culturale – nasce in Senegal da famiglia di Griot, cantori incaricati di portare avanti le storie del loro popolo, conservatori della tradizione culturale e musicale africana. Musicista polistrumentista, interpreta la tradizione in chiave moderna e multiculturale. Vive a Bergamo dove insegna percussioni africane; tiene seminari sulla storia degli strumenti tradizionali africani cercando di tracciare i confini territoriali delle popolazioni; incontra le scuole con interventi di divulgazione della tradizione culturale africana attraverso racconti di fiabe musicate ed esperienze musicali trasversali. Musicista versatile ed eclettico, conduce una ricerca costante sul suono (sound of elements) per esperienze sempre nuove nel mondo della musica.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Black History Month Florence 2019
Murate Artlab
Liuteria selvaggia. La scoperta degli oggetti abbandonati
Uno strumento musicale è un oggetto che produce suoni, tesi a esprimere sensazioni, pensieri, sentimenti; e proprio per questo l’essere umano non ha mai smesso di percuotere, strofinare, pizzicare e soffiare in oggetti trovati o inventati. Con le finalità di proporre la musica come un terreno in cui tutte le culture si fondono, di stimolare la creatività e l’intuizione, ma anche di sensibilizzare al recupero e degli oggetti abbandonati in un’ottica di sostenibilità per l’ambiente e per il futuro, il nuovo appuntamento firmato da Dudù Kouate ha proposto ai ragazzi di dare vita a strumenti musicali nuovi, generati da materiali non concepiti per tale scopo, e di suonarli insieme andando a costruire un’inedita sinfonia collettiva.
Il laboratorio, proposto da MUS.E e MAD Murate Art District sabato 2 marzo 2019 nell’ambito del Black History Month Firenze 2019, ha offerto così l’occasione di esplorare come co
Liuteria selvaggia. La scoperta degli oggetti abbandonati
Uno strumento musicale è un oggetto che produce suoni, tesi a esprimere sensazioni, pensieri, sentimenti; e proprio per questo l’essere umano non ha mai smesso di percuotere, strofinare, pizzicare e soffiare in oggetti trovati o inventati. Con le finalità di proporre la musica come un terreno in cui tutte le culture si fondono, di stimolare la creatività e l’intuizione, ma anche di sensibilizzare al recupero e degli oggetti abbandonati in un’ottica di sostenibilità per l’ambiente e per il futuro, il nuovo appuntamento firmato da Dudù Kouate ha proposto ai ragazzi di dare vita a strumenti musicali nuovi, generati da materiali non concepiti per tale scopo, e di suonarli insieme andando a costruire un’inedita sinfonia collettiva.
Il laboratorio, proposto da MUS.E e MAD Murate Art District sabato 2 marzo 2019 nell’ambito del Black History Month Firenze 2019, ha offerto così l’occasione di esplorare come convenzioni e canoni possano essere superati offrendo una seconda vita a oggetti di scarto, avvicinandosi nello stesso tempo a tecniche, approcci e formati di una musica creativa che guarda al jazz, all’improvvisazione e alla percussione. Dopo aver individuato gli opportuni materiali, quindi, questi sono stati trasformati per diventare veri e propri strumenti musicali, indagandone le sonorità possibili e definendo quelle più adeguate. Gli strumenti hanno permesso poi di lavorare su una composizione musicale collettiva, costruendo insieme ai partecipanti un’esperienza di creatività polidisciplinare e multiculturale.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Fotografo
Edoardo Delille è nato a Firenze nel 1974. Dopo gli studi in Giurisprudenza termina il corso triennale di Fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Nel 2001 si muove a Milano dove inizia a collaborare con fotografi di moda e pubblicità. Dopo pochi anni inizia a scattare le prime campagne pubblicitarie e i primi editoriali per la rivista Uomo Vogue. Non abbandona mai la sua passione per il reportage sociale e nel corso degli anni le sue storie appaiono sulle più importanti riviste di settore (Sunday Times, Wired Uk, Geo Francia, Stern, Le Monde, Marie Claire USA, Neon, IoDonna Corriere, D Repubblica, Sportweek). Lavora da molti anni sul concetto di confine in quasi tutti i paesi del Medio Oriente dove ha vissuto per lunghi periodi, alternando l’attività di storytelling con quella di ritrattista su assignment per riviste internazionali. Lavora per grandi aziende private e pubbliche (Enel, Camera di Commercio di Milano, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare)
Edoardo Delille è nato a Firenze nel 1974. Dopo gli studi in Giurisprudenza termina il corso triennale di Fotografia alla Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Nel 2001 si muove a Milano dove inizia a collaborare con fotografi di moda e pubblicità. Dopo pochi anni inizia a scattare le prime campagne pubblicitarie e i primi editoriali per la rivista Uomo Vogue. Non abbandona mai la sua passione per il reportage sociale e nel corso degli anni le sue storie appaiono sulle più importanti riviste di settore (Sunday Times, Wired Uk, Geo Francia, Stern, Le Monde, Marie Claire USA, Neon, IoDonna Corriere, D Repubblica, Sportweek). Lavora da molti anni sul concetto di confine in quasi tutti i paesi del Medio Oriente dove ha vissuto per lunghi periodi, alternando l’attività di storytelling con quella di ritrattista su assignment per riviste internazionali. Lavora per grandi aziende private e pubbliche (Enel, Camera di Commercio di Milano, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) realizzando corporate e progetti fotografici dedicati. Membro del collettivo di fotografi Riverboom, negli ultimi anni usa diversi mezzi espressivi (video, stop-motion, uso di droni, collage) per raccontare le sue storie sempre impegnate da un fine sociale. Le foto dei suoi progetti sono state esposte in numerose mostre internazionali e fanno parte di collezioni private.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Fotografo
Nato in Olanda da padre canadese e madre olandese, Paolo Woods cresce in Italia e vive a Parigi e a Haiti. Sfruttando la fotografia come strumento d’investigazione, si dedica a progetti di lunga durata dai quali nasce ogni volta una mostra, un libro e una serie di pubblicazioni nella stampa internazionale. Dopo un’indagine sul mondo del petrolio e un’inchiesta sulle guerre americane in Afghanistan e Iraq, si è interessato alla conquista cinese dell’Africa, esperienza da cui è nato CHINAFRICA, libro co-firmato con il giornalista Serge Michel e tradotto in undici lingue. Nel 2010 ha completato il progetto Walk on my Eyes, un ritratto intimo della società iraniana. Tra il 2010 e il 2014 Woods ha vissuto ad Haiti, esperienza che ha portato sia la pubblicazione (2013) di STATE e PEPE che la mostra prodotta dal Musée de l’Elysée di Losanna. Ha esposto in Francia, Italia, Stati Uniti, China, Spagna, Germania, Austria e Olanda, e i suoi lavori sono conservati in molte collezio
Nato in Olanda da padre canadese e madre olandese, Paolo Woods cresce in Italia e vive a Parigi e a Haiti. Sfruttando la fotografia come strumento d’investigazione, si dedica a progetti di lunga durata dai quali nasce ogni volta una mostra, un libro e una serie di pubblicazioni nella stampa internazionale. Dopo un’indagine sul mondo del petrolio e un’inchiesta sulle guerre americane in Afghanistan e Iraq, si è interessato alla conquista cinese dell’Africa, esperienza da cui è nato CHINAFRICA, libro co-firmato con il giornalista Serge Michel e tradotto in undici lingue. Nel 2010 ha completato il progetto Walk on my Eyes, un ritratto intimo della società iraniana. Tra il 2010 e il 2014 Woods ha vissuto ad Haiti, esperienza che ha portato sia la pubblicazione (2013) di STATE e PEPE che la mostra prodotta dal Musée de l’Elysée di Losanna. Ha esposto in Francia, Italia, Stati Uniti, China, Spagna, Germania, Austria e Olanda, e i suoi lavori sono conservati in molte collezioni pubbliche e private. Ha ricevuto vari premi fra cui due World Press Photo Awards.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Fotografo
Giuseppe Toscano è nato a Catania nel 1976. Formatosi presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, dal 2003 lavora per la stessa scuola come insegnante di fotografia, organizzatore e coordinatore delle attività didattiche.
Giuseppe Toscano è nato a Catania nel 1976. Formatosi presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze, dal 2003 lavora per la stessa scuola come insegnante di fotografia, organizzatore e coordinatore delle attività didattiche.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Fotografo
Martino Marangoni si è formato presso il Pratt Institute di New York, dal 1977 al 1993 è stato docente di fotografia dello Studio Arts Center International di Firenze. Nel 1991 ha istituito la Fondazione Studio Marangoni: Iniziative di Fotografia Contemporanea, di cui è presidente. Da quella data, Marangoni affianca la sua ricerca personale alla promozione della cultura fotografica a livello internazionale attraverso attività didattiche ed espositive e l’assegnazione di premi.
Martino Marangoni si è formato presso il Pratt Institute di New York, dal 1977 al 1993 è stato docente di fotografia dello Studio Arts Center International di Firenze. Nel 1991 ha istituito la Fondazione Studio Marangoni: Iniziative di Fotografia Contemporanea, di cui è presidente. Da quella data, Marangoni affianca la sua ricerca personale alla promozione della cultura fotografica a livello internazionale attraverso attività didattiche ed espositive e l’assegnazione di premi.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Fotografo
Davide Virdis, Sassari 1962, vive a Firenze. Si è laureato in architettura. Lavora professionalmente come fotografo di architettura e territorio, realizzando campagne di analisi ed interpretazione dello spazio e delle sue relazioni con le attività umane. Dal 1998 conduce, per conto dell’Amministrazione Provinciale di Sassari, una ricerca finalizzata alla creazione di un archivio fotografico sul paesaggio contemporaneo del nord Sardegna.
Davide Virdis, Sassari 1962, vive a Firenze. Si è laureato in architettura. Lavora professionalmente come fotografo di architettura e territorio, realizzando campagne di analisi ed interpretazione dello spazio e delle sue relazioni con le attività umane. Dal 1998 conduce, per conto dell’Amministrazione Provinciale di Sassari, una ricerca finalizzata alla creazione di un archivio fotografico sul paesaggio contemporaneo del nord Sardegna.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Progetto RIVA
Nell’autunno 2017 i fotografi Davide Virdis, Martino Marangoni e Giuseppe Toscano hanno elaborato un progetto originale per San Francesco, Comune di Pelago, e per Pontassieve. Il tema principale di questo lavoro era il rapporto tra il fiume Sieve e la comunità. Questo gruppo di ricerca ha prodotto un lavoro originale sul territorio tra Pelago e Pontassieve presentato durante la festa del patrono a Pelago-Pontassieve il 29 settembre 2018, in una esposizione pubblica delle fotografie prodotte. L’esposizione nello spazio pubblico, sui pannelli di affissione che permeano la dimensione urbana, viene proposta dunque in una dimensione di immediata e spontanea accessibilità. I tre autori hanno inoltre condotto un workshop sul campo con quattro giovani fotografe.
Nell’autunno 2017 i fotografi Davide Virdis, Martino Marangoni e Giuseppe Toscano hanno elaborato un progetto originale per San Francesco, Comune di Pelago, e per Pontassieve. Il tema principale di questo lavoro era il rapporto tra il fiume Sieve e la comunità. Questo gruppo di ricerca ha prodotto un lavoro originale sul territorio tra Pelago e Pontassieve presentato durante la festa del patrono a Pelago-Pontassieve il 29 settembre 2018, in una esposizione pubblica delle fotografie prodotte. L’esposizione nello spazio pubblico, sui pannelli di affissione che permeano la dimensione urbana, viene proposta dunque in una dimensione di immediata e spontanea accessibilità. I tre autori hanno inoltre condotto un workshop sul campo con quattro giovani fotografe.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Progetto RIVA
Nel 2018 i fotografi Paolo Woods ed Edoardo Delille sono stati inviati a partecipare al Progetto RIVA con un workshop dedicato a giovani fotografi sul rapporto fiume e comunità, incentrato sul territorio di Pelago e Pontassieve, a cui hanno dedicato poi anche una produzione artistica inedita, che verrà esposta in occasione della grande mostra dedicata alla triennale del Progetto RIVA.
Nel 2018 i fotografi Paolo Woods ed Edoardo Delille sono stati inviati a partecipare al Progetto RIVA con un workshop dedicato a giovani fotografi sul rapporto fiume e comunità, incentrato sul territorio di Pelago e Pontassieve, a cui hanno dedicato poi anche una produzione artistica inedita, che verrà esposta in occasione della grande mostra dedicata alla triennale del Progetto RIVA.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Conferenza e workshop a cura di Pablo Georgieff per ripercorrere le trasformazioni della piazza dei Ciompi, Firenze
Una conferenza e una mostra per ripercorrere le trasformazioni della piazza dei Ciompi a partire dagli anni 30 del secolo scorso. Uno spazio pubblico nato dal piano demolizioni messo in atto dal Ministro Bottai nel 1939 che ha visto molteplici cambiamenti nel corso degli anni; dalla sua realizzazione alla collocazione della loggia del pesce di Vasari nel 1955 al cambio di destinazione d’uso, da mercato ortofrutticolo prima a mercato d’antiquariato poi con apertura diurna e chiusura delle strutture ospitanti gli botteghe durante le ore serali. La ricca storia del luogo da spazio pubblico a spazio chiuso e il recente smantellamento delle coperture di amianto con spostamento del mercato, sono stati lo spunto, per il corso di Laurea in Architettura del Paesaggio del Dipartimento di Architettura di Firenze, per organizzare un Workshop guidato dal celebre paesaggista francese, Pablo Georgieff con il suo Atelier COLOCO e diretto da Gilles Clement.
Il 10 maggio sono intervenuti:
”
Una conferenza e una mostra per ripercorrere le trasformazioni della piazza dei Ciompi a partire dagli anni 30 del secolo scorso. Uno spazio pubblico nato dal piano demolizioni messo in atto dal Ministro Bottai nel 1939 che ha visto molteplici cambiamenti nel corso degli anni; dalla sua realizzazione alla collocazione della loggia del pesce di Vasari nel 1955 al cambio di destinazione d’uso, da mercato ortofrutticolo prima a mercato d’antiquariato poi con apertura diurna e chiusura delle strutture ospitanti gli botteghe durante le ore serali. La ricca storia del luogo da spazio pubblico a spazio chiuso e il recente smantellamento delle coperture di amianto con spostamento del mercato, sono stati lo spunto, per il corso di Laurea in Architettura del Paesaggio del Dipartimento di Architettura di Firenze, per organizzare un Workshop guidato dal celebre paesaggista francese, Pablo Georgieff con il suo Atelier COLOCO e diretto da Gilles Clement.
Il 10 maggio sono intervenuti:
” Il punto di vista del Governo della Città” Giovanni Bettarini, Assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze
“Le Murate: Il progetto RIVA a Firenze” Valentina Gensini, Direttore artistico MAD Murate Art District, Firenze
” La storia del Progetto per Piazza dei Ciompi ” Prof Enrico Falqui, Vice-Direttore del Landscape Design Lab
” New Gardens for the City-Life ” Pablo Georgieff e COLOCO&CO Atelier di Parigi
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto
Paesaggista, è stato professore associato di progettazione degli spazi aperti presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 2013 al 2017 è stato il Direttore scientifico del ciclo di Conferenze internazionali “OPEN SESSION ON LANDSCAPE” promosso in collaborazione tra Fondazione degli Architetti di Firenze, Prato e Pistoia e DIDA. Attualmente è Membro della Società scientifica italiana di Architettura del Paesaggio e membro dell’INU. Dal 1975 ad oggi, ha fatto parte di numerose organizzazioni internazionali per la tutela dell’ambiente (IAIA, Fondazione europea per le città sostenibili ) e dell’Architettura del paesaggio, tra le quali Uniscape, IFLA e Landscape Learn Londra. Attualmente dirige la collana editoriale “Maestri del Paesaggio” presso la Casa Editrice Libria, Roma ed è Direttore del Blog “ Landscape First”.
Paesaggista, è stato professore associato di progettazione degli spazi aperti presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 2013 al 2017 è stato il Direttore scientifico del ciclo di Conferenze internazionali “OPEN SESSION ON LANDSCAPE” promosso in collaborazione tra Fondazione degli Architetti di Firenze, Prato e Pistoia e DIDA. Attualmente è Membro della Società scientifica italiana di Architettura del Paesaggio e membro dell’INU. Dal 1975 ad oggi, ha fatto parte di numerose organizzazioni internazionali per la tutela dell’ambiente (IAIA, Fondazione europea per le città sostenibili ) e dell’Architettura del paesaggio, tra le quali Uniscape, IFLA e Landscape Learn Londra. Attualmente dirige la collana editoriale “Maestri del Paesaggio” presso la Casa Editrice Libria, Roma ed è Direttore del Blog “ Landscape First”.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto
Artista, geografo, architetto paesaggista e giardiniere. È tra i fondatori di Coloco, atelier nato in Francia nel 1999 e costituito da paesaggisti, architetti, botanici, artisti, tutti giardinieri praticanti. Coloco è un collettivo che, a partire dal nostro quotidiano, ci invita a coltivare il paesaggio nei suoi diversi piani come un bene comune. Si è diplomato in Teorie contemporanee architetturali e geografia urbana, conseguendo poi il Master in Teorie Contemporanee dell’Architettura. Insegna alla Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio di Versailles e alla Scuola di Architettura di Paris La Villette.
Artista, geografo, architetto paesaggista e giardiniere. È tra i fondatori di Coloco, atelier nato in Francia nel 1999 e costituito da paesaggisti, architetti, botanici, artisti, tutti giardinieri praticanti. Coloco è un collettivo che, a partire dal nostro quotidiano, ci invita a coltivare il paesaggio nei suoi diversi piani come un bene comune. Si è diplomato in Teorie contemporanee architetturali e geografia urbana, conseguendo poi il Master in Teorie Contemporanee dell’Architettura. Insegna alla Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio di Versailles e alla Scuola di Architettura di Paris La Villette.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Progetto RIVA
Un grande ciclo di conferenze organizzato nella primavera 2018 da LWCircus e MAD Murate Art District, che ha affrontato la progettazione sostenibile nelle città contemporanee partendo da esempi e soluzioni sui fiumi delle grandi aree urbane internazionali dalla progettazione dal bacino della Garonna in Francia ai modelli evolutivi di Shanghai. Al programma di conferenze si è affiancato il workshop ArnoLab018, un laboratorio creativo open air, finalizzato alla realizzazione in loco di installazioni effimere tra arte e paesaggio. Attraverso modalità sperimentali partecipate e operative i protagonisti di ArnoLab018 hanno reinterpretato e assemblato tra loro materiali naturali riciclati attraverso linguaggi artistici e multimediali per creare arredi urbani leggeri, punti di sosta e rifugi temporanei. I materiali di risulta derivanti dalle fluttuazioni del fiume sono stati messi a disposizione dal Consorzio di Bonifica 3 del medio Valdarno e le essenze autoctone sono state fornite
Un grande ciclo di conferenze organizzato nella primavera 2018 da LWCircus e MAD Murate Art District, che ha affrontato la progettazione sostenibile nelle città contemporanee partendo da esempi e soluzioni sui fiumi delle grandi aree urbane internazionali dalla progettazione dal bacino della Garonna in Francia ai modelli evolutivi di Shanghai. Al programma di conferenze si è affiancato il workshop ArnoLab018, un laboratorio creativo open air, finalizzato alla realizzazione in loco di installazioni effimere tra arte e paesaggio. Attraverso modalità sperimentali partecipate e operative i protagonisti di ArnoLab018 hanno reinterpretato e assemblato tra loro materiali naturali riciclati attraverso linguaggi artistici e multimediali per creare arredi urbani leggeri, punti di sosta e rifugi temporanei. I materiali di risulta derivanti dalle fluttuazioni del fiume sono stati messi a disposizione dal Consorzio di Bonifica 3 del medio Valdarno e le essenze autoctone sono state fornite dal raggruppamento Carabinieri Biodiversità reparto di Vallombrosa.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Black History Month Florence 2018
Murate Artlab
Mountaintops è stato un laboratorio artistico progettato per bambini della scuola primaria che celebra Martin Luther King Jr. mentre spingeva i partecipanti a sognare oltre ciò che possono vedere e ad aspirare a ciò che appare fuori dalla loro portata. Attingendo al discorso del 1968 in cui King afferma: “Sono stato in cima alla montagna” il laboratorio è stato costituito dall’intreccio di tre attività che sfruttassero il linguaggio dell’installazione scultorea e le caratteristiche della performance. Il workshop prevedeva la creazione di un paesaggio montano a 360 gradi, una serie di montagne topografiche in cima a pali di legno e la creazione di una superficie da arrampicata. Riflettendo sull’eredità di Martin Luther King, i tre elementi hanno esaminato il significato dei sogni e dell’ambizione, l’importanza della leadership e le strategie per superare gli ostacoli.
Fasi del laboratorio artistico. Da dove mi trovo: Si rifletteva sul c
Mountaintops è stato un laboratorio artistico progettato per bambini della scuola primaria che celebra Martin Luther King Jr. mentre spingeva i partecipanti a sognare oltre ciò che possono vedere e ad aspirare a ciò che appare fuori dalla loro portata. Attingendo al discorso del 1968 in cui King afferma: “Sono stato in cima alla montagna” il laboratorio è stato costituito dall’intreccio di tre attività che sfruttassero il linguaggio dell’installazione scultorea e le caratteristiche della performance. Il workshop prevedeva la creazione di un paesaggio montano a 360 gradi, una serie di montagne topografiche in cima a pali di legno e la creazione di una superficie da arrampicata. Riflettendo sull’eredità di Martin Luther King, i tre elementi hanno esaminato il significato dei sogni e dell’ambizione, l’importanza della leadership e le strategie per superare gli ostacoli.
Fasi del laboratorio artistico. Da dove mi trovo: Si rifletteva sul concetto di creare i nostri ostacoli. Il primo elemento del workshop è stato dedicato alla realizzazione di una pittura paesaggistica autoreggente a 360 gradi. Una serie di post indipendenti sosteneva delle cime montuose in cartone ritagliate e dipinte dai partecipanti al workshop. Queste vette sono state attaccate alla cima dei post di supporto mettendo i partecipanti al centro di un piccolo spazio circondato dalle montagne di loro creazione. La vasta gamma di colori ricreava la fresca alba da un lato e il caldo tramonto dall’altro. Ci vuole un villaggio: Esaminando la forma delle mappe topografiche e il potere simbolico dello scettro, quest’opera comportava la fusione di una piccola catena montuosa in gesso che è stata montata sopra un palo di legno per creare un bastone. Solo quando tutti gli scettri sono stati messi insieme, si è creata una catena montuosa. Questo elemento sottolineava l’importanza della leadership e l’importanza simultanea della collaborazione e della comunità. La scalata: L’ultimo elemento del workshop riguardava il superamento degli ostacoli. Implicava l’apposizione di una serie di prese su roccia da arrampicata su una parete in legno a forma di montagna e l’esplorazione della scalata di questa forma. Una serie di prese per l’arrampicata su roccia create dall’artista sono state attaccate alla superficie della montagna, ciascuna posizionata in base alle scelte dei partecipanti. Una volta riuniti i partecipanti hanno provato l’arrampicata su questo muro imparando alcuni trucchi e tecniche di arrampicata su roccia. Il laboratorio è stato condotto da Justin Randolph Thompson, Black History Month Florence, in collaborazione con Utopia Italy, MAD Murate Art District e MUS.E
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
a cura di Valentina Gensini
Nel 2017 RIVA ha dato vita ad una serie di installazioni site specific, workshop, mostre e talk grazie al coinvolgimento di performer, artisti visivi, fotografi e sound artist invitati a tenere un periodo di residenza in Toscana con l’obiettivo di produrre nuovi progetti sul tema del fiume. Per la prima volta, oltre Firenze, RIVA ha coinvolto tre comuni della regione bagnata dal fiume: Pontassieve, Pelago e Montelupo Fiorentino. Partendo da una riflessione sul patrimonio ambientale e culturale del fiume e il suo legame con la comunità e il territorio, gli artisti coinvolti (Davide Virdis, Katrinem, Adrian Paci, Radio Papesse, Studio ++) hanno lavorato nei tre comuni con l’amministrazione locale e i cittadini per nuovi progetti artistici. Il progetto principale di RIVA 2017 è stata una performance sul fiume seguita da una mostra di Adrian Paci che si è svolta tra Firenze e Pelago, coinvolgendo Museo Novecento e MAD Murate Art District, in cui sono state presentate opere di Ad
Nel 2017 RIVA ha dato vita ad una serie di installazioni site specific, workshop, mostre e talk grazie al coinvolgimento di performer, artisti visivi, fotografi e sound artist invitati a tenere un periodo di residenza in Toscana con l’obiettivo di produrre nuovi progetti sul tema del fiume. Per la prima volta, oltre Firenze, RIVA ha coinvolto tre comuni della regione bagnata dal fiume: Pontassieve, Pelago e Montelupo Fiorentino. Partendo da una riflessione sul patrimonio ambientale e culturale del fiume e il suo legame con la comunità e il territorio, gli artisti coinvolti (Davide Virdis, Katrinem, Adrian Paci, Radio Papesse, Studio ++) hanno lavorato nei tre comuni con l’amministrazione locale e i cittadini per nuovi progetti artistici. Il progetto principale di RIVA 2017 è stata una performance sul fiume seguita da una mostra di Adrian Paci che si è svolta tra Firenze e Pelago, coinvolgendo Museo Novecento e MAD Murate Art District, in cui sono state presentate opere di Adrian Paci legate al tema dell’acqua come metafora del flusso, del movimento e della migrazione. A Montelupo Fiorentino l’artista berlinese Katrinem ha tenuto una residenza curata da Tempo Reale in cui ha performato e registrato un lavoro personale di attraversamento ed “ascolto” del paesaggio sonoro.
Progetto RIVA
Da oltre 15 anni Katrinem, sound artist di origini tedesche, studia l’interazione tra lo spazio
urbano, il suono e l’azione del camminare. Dal 10 al 12 novembre 2017 Tempo Reale ha proposto in collaborazione con MAD Murate Art District “Path of awareness”, un workshop tenuto dall’artista e indirizzato a sound artist che ha posto l’attenzione sul tratto del fiume Arno che attraversa Montelupo Fiorentino. L’esperienza consisteva in un percorso di consapevolezza (path of awareness) che esplorasse l’esperienza di camminare in uno spazio aperto prestando particolare attenzione all’interazione tra l’elemento sonoro e le architetture circostanti: una passeggiata sonora che genera consapevolezza
sull’integrazione tra fiume e ambiente. Katrinem ha realizzato insieme ai partecipanti
una mappa sonora sul Web che riproponeva il percorso attraverso le note, le registrazioni
e le foto scattate nella prima fase di studio.
Da oltre 15 anni Katrinem, sound artist di origini tedesche, studia l’interazione tra lo spazio
urbano, il suono e l’azione del camminare. Dal 10 al 12 novembre 2017 Tempo Reale ha proposto in collaborazione con MAD Murate Art District “Path of awareness”, un workshop tenuto dall’artista e indirizzato a sound artist che ha posto l’attenzione sul tratto del fiume Arno che attraversa Montelupo Fiorentino. L’esperienza consisteva in un percorso di consapevolezza (path of awareness) che esplorasse l’esperienza di camminare in uno spazio aperto prestando particolare attenzione all’interazione tra l’elemento sonoro e le architetture circostanti: una passeggiata sonora che genera consapevolezza
sull’integrazione tra fiume e ambiente. Katrinem ha realizzato insieme ai partecipanti
una mappa sonora sul Web che riproponeva il percorso attraverso le note, le registrazioni
e le foto scattate nella prima fase di studio.
Progetto RIVA
Federica Gonnelli (Firenze, 1981) frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Vive e lavora al confine tra Firenze e Prato, dove dal giugno 2011 apre “InCUBOAzione”. Confine che caratterizza il suo percorso materialmente e concettualmente, attuando una ricerca al limite tra le discipline delle arti visive. Ogni velo d’organza o fotografia a doppia esposizione sono determinanti elementi che concorrono nella significazione dell’opera, imponendo agli osservatori uno slancio per varcare a loro volta il confine. Dal 2001 espone in personali, collettive e concorsi. Nel 2006 consegue la laurea, con la tesi “L’Arte & L’Abito”. Dal 2007 fa parte del collettivo artistico “Arts Factory” per il quale si occupa della progettazione e realizzazione di video, installazioni e videoinstallazioni. Nel 2013 consegue la specializzazione in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi, con la tesi “Videoinstallazioni tra Corpo-Spazio-Tempo”. Dal 2015 partec
Federica Gonnelli (Firenze, 1981) frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Vive e lavora al confine tra Firenze e Prato, dove dal giugno 2011 apre “InCUBOAzione”. Confine che caratterizza il suo percorso materialmente e concettualmente, attuando una ricerca al limite tra le discipline delle arti visive. Ogni velo d’organza o fotografia a doppia esposizione sono determinanti elementi che concorrono nella significazione dell’opera, imponendo agli osservatori uno slancio per varcare a loro volta il confine. Dal 2001 espone in personali, collettive e concorsi. Nel 2006 consegue la laurea, con la tesi “L’Arte & L’Abito”. Dal 2007 fa parte del collettivo artistico “Arts Factory” per il quale si occupa della progettazione e realizzazione di video, installazioni e videoinstallazioni. Nel 2013 consegue la specializzazione in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi, con la tesi “Videoinstallazioni tra Corpo-Spazio-Tempo”. Dal 2015 partecipa a varie residenze d’artista, pratica che acquista una particolare importanza per la sua ricerca.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Collettivo artistico
Collettivo artistico, fondato nel 2011 da Giorgio Barrera, Andrea Botto e Marco Citron, lavora sull’immagine e sul costume dell’Italia oggi attraverso una nuova forma di racconto che attinge all’immaginariocollettivo, attivandolo e dotandolo di nuovi significati. Un ‘minestrone’ caustico e ironico di immagini e parole, che, partendo dal reale, produce libere narrazioni, incrociando politica, gossip e fatti di cronaca arrivando a nuovi contenuti, secondo criteri ispirati a quello che è stato definito ‘neorealitysmo’
Collettivo artistico, fondato nel 2011 da Giorgio Barrera, Andrea Botto e Marco Citron, lavora sull’immagine e sul costume dell’Italia oggi attraverso una nuova forma di racconto che attinge all’immaginariocollettivo, attivandolo e dotandolo di nuovi significati. Un ‘minestrone’ caustico e ironico di immagini e parole, che, partendo dal reale, produce libere narrazioni, incrociando politica, gossip e fatti di cronaca arrivando a nuovi contenuti, secondo criteri ispirati a quello che è stato definito ‘neorealitysmo’
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Progetto RIVA
Durante i giorni dell’alluvione del ’66, per la prima volta a Firenze si mise in moto spontaneamente un’enorme catena di solidarietà. Ad accorrere furono giovani provenienti da ogni parte del mondo per salvare l’arte italiana: per tutti loro fu coniato il termine ‘angeli del fango’. Fotoromanzo Italiano lavora assemblando e contaminando immagini e materiali vari; per MAD Murate Art District gli artisti hanno costituito un gruppo di lavoro che ha coinvolto studenti o giovani artisti under 35 attivi sul territorio toscano in un workshop di ricerca attorno all’Arno. I partecipanti hanno lavorato come una vera e propria redazione procedendo prima alla stesura e poi alla realizzazione di un fotoromanzo sul fiume.
Durante i giorni dell’alluvione del ’66, per la prima volta a Firenze si mise in moto spontaneamente un’enorme catena di solidarietà. Ad accorrere furono giovani provenienti da ogni parte del mondo per salvare l’arte italiana: per tutti loro fu coniato il termine ‘angeli del fango’. Fotoromanzo Italiano lavora assemblando e contaminando immagini e materiali vari; per MAD Murate Art District gli artisti hanno costituito un gruppo di lavoro che ha coinvolto studenti o giovani artisti under 35 attivi sul territorio toscano in un workshop di ricerca attorno all’Arno. I partecipanti hanno lavorato come una vera e propria redazione procedendo prima alla stesura e poi alla realizzazione di un fotoromanzo sul fiume.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Promosso dalla Associazione MUS.E sotto la direzione artistica di Valentina Gensini
Nel 2016, in occasione dei 50 anni dall’alluvione dell’Arno, RIVA si è concentrata sulla città di Firenze con l’obiettivo di sensibilizzare le buone pratiche e gli atteggiamenti nei confronti del territorio e delle tematiche ambientali attraverso la pratica artistica. Oltre ai tre grandi fotografi internazionali Jay Wolke, Arno Rafael Minkkinen, Massimo Vitali, coinvolti con la curatela di Studio Marangoni, gli artisti coinvolti nel progetto sono stati Bernard Fort con Tempo Reale, Radio Papesse, Studio ++, Francesco Pellegrino, Fotoromanzo Italiano, che hanno realizzato opere inedite su commissione: installazioni site-specific sulle rive del fiume, workshop, mostre e conferenze sull’Arno e presso MAD Murate Art District. Tra gli interventi site specific permanenti e tuttora visitabili c’è il Terzo Giardino, a cura del collettivo Studio ++: 10mila metri quadrati sull’Arno restituiti alla città, un labirinto verde che richiama nel proprio nome la metafora del
Nel 2016, in occasione dei 50 anni dall’alluvione dell’Arno, RIVA si è concentrata sulla città di Firenze con l’obiettivo di sensibilizzare le buone pratiche e gli atteggiamenti nei confronti del territorio e delle tematiche ambientali attraverso la pratica artistica. Oltre ai tre grandi fotografi internazionali Jay Wolke, Arno Rafael Minkkinen, Massimo Vitali, coinvolti con la curatela di Studio Marangoni, gli artisti coinvolti nel progetto sono stati Bernard Fort con Tempo Reale, Radio Papesse, Studio ++, Francesco Pellegrino, Fotoromanzo Italiano, che hanno realizzato opere inedite su commissione: installazioni site-specific sulle rive del fiume, workshop, mostre e conferenze sull’Arno e presso MAD Murate Art District. Tra gli interventi site specific permanenti e tuttora visitabili c’è il Terzo Giardino, a cura del collettivo Studio ++: 10mila metri quadrati sull’Arno restituiti alla città, un labirinto verde che richiama nel proprio nome la metafora del paesaggista Gilles Clément, che spiega come la vegetazione abbandonata presente nei “residui dell’organizzazione razionale dell’uomo” sia una straordinaria riserva di biodiversità e potenziale evolutivo.
Artista sonoro e compositore
Bernard Fort Co-fondatore e responsabile del GMVL (Groupe Musiques Vivantes de Lyon) insegna composizione acusmatica alla Scuola Nazionale di Musica di Villeurbanne e dedica il resto del suo tempo alla composizione e all’ornitologia. Le sue opere musicali sono dedicate interamente al genere acusmatico per i concerti in situazioni plein air, per la danza e per il giovane pubblico. Nel suo lavoro si è sempre interessato alle zone di confine tra astrazione e raffigurazione, naturale e culturale. La sua ricerca si focalizza principalmente sui modi di rappresentazione della musica elettroacustica
Bernard Fort Co-fondatore e responsabile del GMVL (Groupe Musiques Vivantes de Lyon) insegna composizione acusmatica alla Scuola Nazionale di Musica di Villeurbanne e dedica il resto del suo tempo alla composizione e all’ornitologia. Le sue opere musicali sono dedicate interamente al genere acusmatico per i concerti in situazioni plein air, per la danza e per il giovane pubblico. Nel suo lavoro si è sempre interessato alle zone di confine tra astrazione e raffigurazione, naturale e culturale. La sua ricerca si focalizza principalmente sui modi di rappresentazione della musica elettroacustica
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Progetto RIVA
Il paesaggio sonoro: una rielaborazione in chiave artistica del paesaggio sonoro naturale del fiume Arno. Dopo il workshop Field Recording Arno tenuto nel 2016 per giovani artisti e musicisti selezionati tramite open call, e un incontro sulle fasi creative del paesaggio sonoro, il compositore Bernard Fort ha proposto al pubblico, nello stesso anno, un’installazione sonora immersiva pensata per l’ambiente urbano delle Murate e per la sala emeroteca de MAD Murate Art District. Un ritratto del fiume che è stato realizzato così su due diversi registri: l’immagine acustica, figurativa e realistica, e l’immagine composta o immagine acusmatica. L’immagine acustica, rappresentazione di una situazione naturale all’aperto, è stata proposta all’interno dell’emeroteca. Qui l’interesse si è concentrato sulla restituzione dello spazio e sulla sua profondità di campo dentro ad un grande piano fisso.
Il paesaggio sonoro: una rielaborazione in chiave artistica del paesaggio sonoro naturale del fiume Arno. Dopo il workshop Field Recording Arno tenuto nel 2016 per giovani artisti e musicisti selezionati tramite open call, e un incontro sulle fasi creative del paesaggio sonoro, il compositore Bernard Fort ha proposto al pubblico, nello stesso anno, un’installazione sonora immersiva pensata per l’ambiente urbano delle Murate e per la sala emeroteca de MAD Murate Art District. Un ritratto del fiume che è stato realizzato così su due diversi registri: l’immagine acustica, figurativa e realistica, e l’immagine composta o immagine acusmatica. L’immagine acustica, rappresentazione di una situazione naturale all’aperto, è stata proposta all’interno dell’emeroteca. Qui l’interesse si è concentrato sulla restituzione dello spazio e sulla sua profondità di campo dentro ad un grande piano fisso.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Architetto, direttore di Mailab – Multimedia and Interaction, Laboratorio congiunto Università-Imprese
Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura, professore associato all’Università degli Studi di Firenze ove svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Architettura. Insegna al curriculum in lingua inglese iCAD-International Course on Architectural Design presso il corso di laurea magistrale di Architettura. dall’AA. E’ titolare di cattedra dal 1996-’97; ha insegnato ai corsi di laurea: Architettura (quinquennale a ciclo unico), Disegno Industriale (triennale), Design (magistrale), master di secondo livello nazionali e internazionali.
E’ direttore di Mailab – Multimedia and Interaction, Laboratorio congiunto Università-Imprese.
Architetto, dottore di ricerca in Tecnologia dell’architettura, professore associato all’Università degli Studi di Firenze ove svolge attività didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Architettura. Insegna al curriculum in lingua inglese iCAD-International Course on Architectural Design presso il corso di laurea magistrale di Architettura. dall’AA. E’ titolare di cattedra dal 1996-’97; ha insegnato ai corsi di laurea: Architettura (quinquennale a ciclo unico), Disegno Industriale (triennale), Design (magistrale), master di secondo livello nazionali e internazionali.
E’ direttore di Mailab – Multimedia and Interaction, Laboratorio congiunto Università-Imprese.
Questo contenuto appare solo nell' archivio.