Se ci guardiamo intorno sembra non ci sia niente per cui valga la pena cantare. Ma perché allora continuiamo farlo? Cantiamo perché in mezzo a tutto questo dolore, una canzone è capace di riagguantarci, e di farci gridare che la vita vale la pena di essere vissuta.
Il 15 dicembre alle ore 17,30 l’ensemble CONfusion presenta il Concerto di Natale, una raccolta di canti che, attraverso le epoche e i continenti, segue la mappa della libertà e della fratellanza universale.
L’ensemble vocale CONfusion vuole contribuire a creare una contronarrazione e a promuovere una cultura della fiducia e dell’accoglienza, attraverso il linguaggio universale della musica.
Programma
Personent Hodie – canto natalizio medievale, tramandato nelle Piae Cantiones, una raccolta di inni della latinità medioevale pubblicata nel 1582, lingua latina
Aya Ngena – canto di liberazione Zulu, Sud Africa, lingua kosu
Ipharadisi – canto di liberazione Zulu, Sud Africa, lingua kosu
Nuenu Bisamba – canto natalizio del Congo, lingua lingala
Lullay Lullay (Coventry Carol) – canto natalizio del XVI sec., lingua inglese
Amavolovolo – canto Zulu, molto diffuso nel Sud Africa pre-democratico, che racconta la paura delle persone per la violenza nelle le strade (Amavolovolo è una deformazione della parola inglese Revolver), Sud Africa, lingua kosu
Siyahamba – canto tradizionale Zulu. Negli anni ’90 si è diffuso in tutto il mondo come uno dei più importanti canti di solidarietà anti Apartheid, Sud Africa, lingua kosu
Shosholoza – canto tradizionale dei minatori, divenuto inno nazionale ufficioso del Sud Africa, lingua zulu e ndebele