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A4C – Arts for the Commons

In varie parti del pianeta si moltiplicano iniziative e campagne per il riconoscimento dei diritti e della personalità giuridica dei fiumi, come strumento innovativo per la loro tutela e protezione. Comunità locali e indigene ispirate alla Dichiarazione dei diritti della Madre Terra, adottata a Cochabamba (Bolivia) nel 2011, stanno intensificando i loro sforzi a sostegno di un radicale cambio di paradigma dall’antropocentrismo al riconoscimento dei diritti di ogni forma del vivente. Condizione essenziale per affrontare la crisi di civiltà e dell’ambiente nella quale si dibatte oggi l’umanità. Una rete di iniziative, campagne, mobilitazioni che concorre a disegnare una mappa alternativa, una geografia critica dell’Antropocene, (www.voicesofrivers.net/maps/) e che porta in sé possibili soluzioni. Al contempo a livello internazionale è stata lanciata la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Fiumi, (https://www.rightsofrivers.org )  al fine di coinvolgere l’opinione pubblica mondiale ed allargare la platea di chi oggi si mobilita per i diritti dei fiumi. Questo il contesto nel quale il collettivo A4C-ArtsForTheCommons ha partecipato con la sua opera “Vilcabamba-de iura fluminis et Terrae” alla 23esima Biennale di Sydney intitolata “Rīvus”, prodotta in collaborazione con un collettivo transnazionale di attivisti, artisti e accademici. A seguito di questa esperienza sono stati invitati a partecipare al Progetto RIVA.

 

Sulla scorta della ricerca correlata al loro lavoro “Rīvus”, A4C-ArtsForTheCommons ha svolto una residenza su invito di MAD in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella project room al piano terra di MAD.

 

La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: “Sentipensare con l’Arno” come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale, “io sono il fiume, il fiume è me” ispirato alla cultura ancestrale Maori, e “fiume come soggetto agente” premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.

Chiuderanno la residenza una conferenza internazionale sui diritti dei fiumi e della Natura con due attiviste Léa Corbière dalla Francia e Zoe Lujic dalla Serbia, coordinatrici della sezione europea della GARN (Global Alliance on the Rights of Nature), che sostiene il progetto presentato a MAD.