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Claudia Roselli
Claudia Roselli is visual and performative artist and urban researcher.
She searches, with her body and senses, to understand and discover inner dimensions of places and to deepen
knowledge related to humans, nature and contemporary society. Claudia started her research on art and urbanity
in 2002, when she was student at the Faculty of Architecture in Florence and performer in contemporary
theater. Together with five other Italian artists, she founded an art collective named Svarnet.
The interest in the city and its public spaces, considered not only as social interactive zones but also as possible
art spaces, became evident during this experience, when together with other artists, she began to investigate the
difference between open-air and closed spaces of creation and art presentation. Svarnet, to express his new
poetic, performed on the street roundabouts and in particular neighborhoods – in Prato, Milan and Florence -.
After this experience Claudia Roselli continued to deep
Claudia Roselli is visual and performative artist and urban researcher.
She searches, with her body and senses, to understand and discover inner dimensions of places and to deepen
knowledge related to humans, nature and contemporary society. Claudia started her research on art and urbanity
in 2002, when she was student at the Faculty of Architecture in Florence and performer in contemporary
theater. Together with five other Italian artists, she founded an art collective named Svarnet.
The interest in the city and its public spaces, considered not only as social interactive zones but also as possible
art spaces, became evident during this experience, when together with other artists, she began to investigate the
difference between open-air and closed spaces of creation and art presentation. Svarnet, to express his new
poetic, performed on the street roundabouts and in particular neighborhoods – in Prato, Milan and Florence -.
After this experience Claudia Roselli continued to deepen this research field, in her PhD at the University of
Architecture in Florence ( Department of Urban and Territorial Planning ) and at the School of Planning and
Architecture in Delhi. During her PhD she acted in a double role as urban researcher and artist, learning how to
develop dialogues using photography, video, performance and participatory art action planning.
Interested in human ecology, on the phenomenon of resilience and urban changes and on the contemporary
transformative landscapes between urban and rural zones. Aware of the importance of sociality and culture, she
is always careful about international human rights. Also deeply interested in sacredness and ritual, she has been
teaching yoga since 2009. Through yoga she deepens awareness, concentration, sensitivity, positive thoughts
and inner vision. This practice is very important for her, as work and discipline to discover potentials and go
beyond mental limitation.
In 2022 she followed the course of Photo Story at the Studio Marangoni Foundation, held by the TerraProject
collective.
In her work she cooperates with the local community, other artists and researchers from various disciplines.
Among others, she worked with: Sarai, Raqs Media Collective, Khoj Art Residency, Urbz Mumbai, Unbox
Festival, Ecosistema Urbano, SI Fest Off, Ramdom (Default 13), OMNE (Osservatorio Mobile Nord Est), Le
Murate Progetti Arte Contemporanea, Tempo Reale, University of Florence, Fundación´ace para el Arte
Contemporáneo, Larnaca Art Biennial, Addis Video Art Festival.
Residenza d'Artista di Claudia Roselli
Claudia Roselli ricercatrice urbana ed artista, nel 2015, ha cominciato un nuovo progetto nella città di Firenze.
Si tratta di un progetto visuale narrativo immerso nella contemporaneità della vita urbana fiorentina. Il progetto è cominciato con la frequentazione da parte dell’artista della Moschea ed in particolare del gruppo delle donne che lì, si incontrano settimanalmente. Claudia ha costruito una relazione di fiducia con l’Imam Elzir Izzedin, parallelamente a questo ha anche iniziato un dialogo con la Comunità Ebraica, passando attraverso la visita della Sinagoga in via Carlo Farini, situata nello stesso quartiere della Moschea. La particolare coesistenza di luoghi di fede così diversi in un’aerea così ristretta della città ha generato, nel tempo, atmosfere molto particolari ed ha stimolato in lei riflessioni relativamente ai dialoghi possibili tra le due comunità. I luoghi di culto, di entrambe
le comunità, sono stati il punto di partenza per l’analisi
Claudia Roselli ricercatrice urbana ed artista, nel 2015, ha cominciato un nuovo progetto nella città di Firenze.
Si tratta di un progetto visuale narrativo immerso nella contemporaneità della vita urbana fiorentina. Il progetto è cominciato con la frequentazione da parte dell’artista della Moschea ed in particolare del gruppo delle donne che lì, si incontrano settimanalmente. Claudia ha costruito una relazione di fiducia con l’Imam Elzir Izzedin, parallelamente a questo ha anche iniziato un dialogo con la Comunità Ebraica, passando attraverso la visita della Sinagoga in via Carlo Farini, situata nello stesso quartiere della Moschea. La particolare coesistenza di luoghi di fede così diversi in un’aerea così ristretta della città ha generato, nel tempo, atmosfere molto particolari ed ha stimolato in lei riflessioni relativamente ai dialoghi possibili tra le due comunità. I luoghi di culto, di entrambe
le comunità, sono stati il punto di partenza per l’analisi di questa nuova realtà urbana di incontro tra diverse umanità ed etnie. Il quartiere di Sant’Ambrogio è cambiato con la presenza della Moschea – soprattutto durante il periodo estivo del Ramadan – quando nugoli di credenti, dopo la fine della preghiera della sera, attraversano le sue strade per poi riversarsi nell’intera città. La Sinagoga ebraica, situata nella stessa area, ha storia e presenza molto più antiche per il quartiere stesso e la città. La Sinagoga ha giorni e orari di preghiera diversi dalla Moschea, e la comunità ebraica ha anche altri punti attrattivi nello stesso quartiere, per esempio: l’asilo, la scuola elementare ed il ristorante kosher, situati nei pressi della Sinagoga. Punti di attrazione, e non solo religiosa, sono presenti nel quartiere anche per la comunità musulmana: la macelleria halal ed altri piccoli negozi. Questa prossimità territoriale tra le due spazialità collegate con la diversa ritualità religiosa delle comunità ha stimolato nell’artista una riflessione sull’uso e la condivisione degli spazi urbani da parte di persone e gruppi diversissimi tra loro ed anche sulla loro interazione con la città, i suoi abitanti e le loro abitudini locali. E’ un esempio unico in Italia e forse anche in Europa. Con il tempo, l’artista, ha pensato di interessarsi non più soltanto ai luoghi di incontro religioso, delle comunità non cattoliche, alle loro preghiere ed al loro credo, ma
anche di ascoltare i ritmi delle diverse comunità, le loro domande ed alcune storie individuali e particolari. Ha prodotto, due video (2015): uno in dialogo con l’Imam Elzir Izzedin ed uno in dialogo con Rabbino della Sinagoga Fiorentina Joseph Levi. Dialoghi informali dove si narra la situazione delle comunità nel presente, a Firenze, e dove si affrontano tematiche legate alla città, con un occhio particolare alla parte femminile della comunità. Dopo i dialoghi con le due guide spirituali, ha continuato i suoi incontri dedicandosi alle donne delle due comunità. Durante il 2016 infatti ha cominciato un dialogo sulle diverse ritualità – in particolare quelle femminili – connesse con le due diverse culture e le due diverse religioni. Ha scattato una serie di immagini, delle quali nove sono state esposte nella mostra del 2016 alle Murate. La selezione particolare proviene dallo studio della relazione tra la donna, il luogo sacro della preghiera e la ritualità dei gesti e delle conoscenze connesse alla propria cultura di origine, vissuta in un altro paese ( con tutto quello che questo comporta ). Le foto della comunità islamica, presentano infatti la Moschea di Firenze, di Borgo Allegri, nella sua zona di preghiera generica ed anche nell’area riservata alla preghiera delle sole donne che è frequentata il venerdì. Le foto della comunità ebraica mostrano invece una donna in un rituale domestico: la preparazione del pane tradizionale del Sabato Ebraico chiamato challah.
Claudia Roselli approfondirà ancora il suo progetto, creando altre narrazioni: in seguito alla costruzione di una trama relazionale con persone appartenenti alle due comunità, continuando a sviluppare un lavoro che comprenda la partecipazione artistica di entrambe le comunità. L’artista con questo lavoro vuole approfondire i suoi studi sul corpo e la sacralità.
Studio già cominciato e poi continuato in “Sacred Bodies” ( video, 2011, 2013, 2016, 2023 ) e “Things that cannot be said” ( video, Delhi, 2014 ).
In questo caso l’approfondimento, che comprende anche una prima fase di analisi urbana e di analisi culturale, è dedicato anche all’osservazione delle differenze socio-antropologiche ed alle loro diverse ritualità ed espressività, connesse con le comunità partecipanti al progetto stesso.
Le relazioni culturali molto serie sviluppate dall’artista, con valenza socioculturale tesa all’integrazione ed al dialogo sono state istituzionalizzate nel caso della comunità Islamica Fiorentina, dalla consegna del Patrocinato Morale ottenuto ad Ottobre 2015, e nel caso della comunità Ebraica, dalla consegna del Patrocinato Morale ottenuto a Dicembre 2015 (sino al passaggio di ruolo del Rabbino allora in carica).
A Giugno 2017, l’artista ha vinto anche il bando residenza KATE, borsa di studio /residenza per continuare il progetto, c/o Tempo Reale, insieme a Nicola Di Croce ricercatore urbano e musicista, invitato a partecipare a questa seconda fase della ricerca. Nella ricerca, è stato sviluppato un lavoro sui paesaggi sonori volto al termine a Marzo 2020.