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Fosca
Fosca presenta
regia: Katiuscia Favilli
performer: Gea Gambone e Paolo Mereu
musiche: Davide Woods
La nuova indagine di Fosca sul mito ha l’obiettivo di creare una nuova trilogia per il teatro delle nuove generazioni. Orfeo e Euridice nasce dall’esigenza di parlare della morte ai bambini e alle bambine. E/O è relazione tra due personaggi e tra la trasformazione di un corpo che diventa immateriale. Il fantasma come immagine iconografica familiare e di facile lettura per l’infanzia. La rappresentazione dell’assenza del corpo diventa in scena un gioco, in cui Euridice copre e scopre se stessa di fronte a un Orfeo incapace di restituirla alla vita. Il primo studio utilizza lo strumento musicale dal vivo in sostituzione della parola poetica.
Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e la collaborazione di MAD.
Per informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Fosca presenta
regia: Katiuscia Favilli
performer: Gea Gambone e Paolo Mereu
musiche: Davide Woods
La nuova indagine di Fosca sul mito ha l’obiettivo di creare una nuova trilogia per il teatro delle nuove generazioni. Orfeo e Euridice nasce dall’esigenza di parlare della morte ai bambini e alle bambine. E/O è relazione tra due personaggi e tra la trasformazione di un corpo che diventa immateriale. Il fantasma come immagine iconografica familiare e di facile lettura per l’infanzia. La rappresentazione dell’assenza del corpo diventa in scena un gioco, in cui Euridice copre e scopre se stessa di fronte a un Orfeo incapace di restituirla alla vita. Il primo studio utilizza lo strumento musicale dal vivo in sostituzione della parola poetica.
Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e la collaborazione di MAD.
Per informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Maratona radiofonica su Giorgio Manganelli
a cura di Fosca
La settima edizione di Atletica del Cuore inizia con un atto performativo (16 dicembre 2022), continua con i laboratori (febbraio/marzo 2023) e si conclude con la giornata di convegno (1 aprile 2023).
La parola che ispira le fasi del percorso è Fine. Come sempre la parola si limita a delimitare un campo di azione del pensiero e per questo verrà declinata, immaginata, decostruita e re/inventata mettendo insieme discipline, metodi e riflessioni diverse. Desideriamo che Atletica del Cuore sia un percorso che generi complessità e domande, cose che accomunano sia l’atto creativo che la relazione pedagogica. Riteniamo che la complessità sia necessaria per leggere le stratificazioni e le contraddizioni che abitano l’essere umano, sempre così indefinibile.
MARATONA RADIOFONICA
Venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 19.00 prenderà vita la maratona radiofonica su Giorgio Manganelli.
Giorgio Antonio Manganelli (Milano, 15 novembre 1922 – Roma, 28 maggio 1990) è stato uno scrittore, t
La settima edizione di Atletica del Cuore inizia con un atto performativo (16 dicembre 2022), continua con i laboratori (febbraio/marzo 2023) e si conclude con la giornata di convegno (1 aprile 2023).
La parola che ispira le fasi del percorso è Fine. Come sempre la parola si limita a delimitare un campo di azione del pensiero e per questo verrà declinata, immaginata, decostruita e re/inventata mettendo insieme discipline, metodi e riflessioni diverse. Desideriamo che Atletica del Cuore sia un percorso che generi complessità e domande, cose che accomunano sia l’atto creativo che la relazione pedagogica. Riteniamo che la complessità sia necessaria per leggere le stratificazioni e le contraddizioni che abitano l’essere umano, sempre così indefinibile.
MARATONA RADIOFONICA
Venerdì 16 dicembre 2022 alle ore 19.00 prenderà vita la maratona radiofonica su Giorgio Manganelli.
Giorgio Antonio Manganelli (Milano, 15 novembre 1922 – Roma, 28 maggio 1990) è stato uno scrittore, traduttore, giornalista, critico letterario, curatore editoriale e docente italiano, nonché uno dei teorici più coerenti della neoavanguardia. Prese parte attivamente agli incontri del Gruppo 63 e fu tra i redattori di Grammatica. Collaborò con numerosi quotidiani come Il Giorno, La Stampa, Corriere della Sera, Il Messaggero, e a vari settimanali (L’Espresso, Il Mondo, L’Europeo, Epoca) e mensili (FMR). Autore di numerose opere dalla prosa elaborata e complessa, che oscilla spesso tra il racconto-visione e il trattato, Manganelli affermò nella sua Letteratura come menzogna del 1967 che il compito della letteratura è quello di trasformare la realtà in menzogna, in scandalo e in mistificazione, risolta in un puro gioco di forme, attraverso le quali la scrittura diventa contestazione. Nelle opere di Manganelli la parodia e il sarcasmo si esercitano in forme letterarie raffinate e funamboliche.
Network that generates reflections
Fosca is a project originated in 2006 by a Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network that generates reflections and creative spaces for contemporary culture through creations, workshops, events, moments of study, exhibitions, publications, radio broadcasts in the field of performing and visual arts.
www.fosca.eu
Fosca is a project originated in 2006 by a Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network that generates reflections and creative spaces for contemporary culture through creations, workshops, events, moments of study, exhibitions, publications, radio broadcasts in the field of performing and visual arts.
www.fosca.eu
As the brainchild of Cristina Abati e Angela Burico
We meet in a shared space and we begin to dig, to sift, to riddle, to select, just like the gold miners. In the space there are two different and parallel figures, balancing like the tightrope walkers, they are just come back from the dark forest.
They have the strength that opens the lion’s mouth wide, the lightness of something that crosses the sky.
They are in that infinite present in which nothing can be remembered and everything appears at the same time.
Oro is a seeking project.
Gold can be found but it cannot be created. Maybe it is generated after a profound transformation. It is rare, dense, ductile. It is almost incorruptible.
Everyone digs their own tunnel.
Everyone searches in his own groove, for his own life.
But gold is a relational metal, it appears where body, spirit and thought converge; it takes place where the figures, distinctly pure and personal, inhabit the same space and where they come together through a mysterious and passive listening.
We meet in a shared space and we begin to dig, to sift, to riddle, to select, just like the gold miners. In the space there are two different and parallel figures, balancing like the tightrope walkers, they are just come back from the dark forest.
They have the strength that opens the lion’s mouth wide, the lightness of something that crosses the sky.
They are in that infinite present in which nothing can be remembered and everything appears at the same time.
Oro is a seeking project.
Gold can be found but it cannot be created. Maybe it is generated after a profound transformation. It is rare, dense, ductile. It is almost incorruptible.
Everyone digs their own tunnel.
Everyone searches in his own groove, for his own life.
But gold is a relational metal, it appears where body, spirit and thought converge; it takes place where the figures, distinctly pure and personal, inhabit the same space and where they come together through a mysterious and passive listening.
Residenza d'artista per teatro d'attore e figura, consigliato per un pubblico dai 7 anni.
Non e coraggioso chi non ha paura, ma chi ha paura e riesce a superarla
antico proverbio cinese
Da secoli i lupi che corrono nei boschi di tutto il mondo uno a fanco all’altro sono due: uno in carne, ululato e ossa e l’altro etereo e immaginifco, amico e fglio delle tenebre, addomesticato da santi, animale psicopompo, simbolo di voracita e crudelta piu impregnato di fragilita umane che animali.
Il Lupo delle fabe nasce sulle orme di questa seconda fgura: rappresenta l’oscuro, il male, ma non qualcosa di chiaramente orribile da cui scappare. E’ la rappresentazione metaforica della paura verso qualcosa che si reputa oscuro ma che seduce. La paura che si desidera provare come quando da bambini si scendevano le scale di una cantina buia per sentire il brivido dell’ignoto lungo la schiena.
La paura e un’emozione importante ed e importante avere la capacita di riconoscerla e gestirla: nasce di fronte alle esperienze nuove, alla necessita di superare i prop
Non e coraggioso chi non ha paura, ma chi ha paura e riesce a superarla
antico proverbio cinese
Da secoli i lupi che corrono nei boschi di tutto il mondo uno a fanco all’altro sono due: uno in carne, ululato e ossa e l’altro etereo e immaginifco, amico e fglio delle tenebre, addomesticato da santi, animale psicopompo, simbolo di voracita e crudelta piu impregnato di fragilita umane che animali.
Il Lupo delle fabe nasce sulle orme di questa seconda fgura: rappresenta l’oscuro, il male, ma non qualcosa di chiaramente orribile da cui scappare. E’ la rappresentazione metaforica della paura verso qualcosa che si reputa oscuro ma che seduce. La paura che si desidera provare come quando da bambini si scendevano le scale di una cantina buia per sentire il brivido dell’ignoto lungo la schiena.
La paura e un’emozione importante ed e importante avere la capacita di riconoscerla e gestirla: nasce di fronte alle esperienze nuove, alla necessita di superare i propri limiti, alla sperimentazione delle proprie capacita e alla conoscenza del mondo ignoto.
La scena ispirata alla piu antica faba sul lupo, sara un racocnto stratifcato di oggetti e parole, guidato da un’attrice che sulla scena rievocherà utilizzando ombre, burattini e maschere uno degli incotri fabeschi più
antichi e affascinanti.
Dopo anni ha imparato fnalmente l’alfabeto, la giusta lingua per rievocare il lupo e parlare con dolcezza con i lupi, i tanti lupi delle paure della sua vita.
Un dialogo divertente, intimo e onirico, fatto di inciampi di memoria di ripetizioi e inizi, dove i lupi si manifesteranno con una chiara ambiguita: Lupo esiste al di la di Rosso o e Rosso stessa che lo ha creato multiforme e mantenuto in vita?
Un’invito alla rifessione sulla paura indefnita per il giovane pubblico, un invito a entrare in dialogo e in contatto con il lupo, archetipo potente e antico.
Teatro d’attore e figura, consigliato per un pubblico dai 7 anni.
Ideazione: Cristina Abati e Katiuscia Favilli
Regia: Katiuscia Favilli In scena: Cristina Abati, Siani Bruchi
Maschere e oggetti: Eva Sgro
Progetto luci: Marco Sant’ambrogio
Tecnica: Siani Bruchi
Nuova produzione per l’infanzia di FOSCA con il sostegno della Regione
Toscana, del Comune di Firenze e di Fondazione CR Firenze.
Regia: Katiuscia Favilli
Drammaturgia: Katiuscia Favilli
Attori: Cristina Abati, Matteo Bennici.
Anno: 2020
Da secoli i lupi che corrono nei boschi di tutto il mondo uno a fianco all'altro sono due: uno in carne, ululato e ossa e l'altro etereo e immaginifico, amico e figlio delle tenebre, addomesticato da santi, animale psicopompo, simbolo di voracità e crudeltà. Impregnato più di fragilità umane che animali.
Il Lupo delle fiabe nasce sulle orme di questa seconda figura: rappresenta l'oscuro, il male, non però qualcosa di chiaramente orribile da cui scappare.
E' la rappresentazione metaforica della paura verso qualcosa che si reputa oscuro ma che seduce.
La paura che si desidera provare:la stessa di quando bambini scendevamo le scale di una cantina buia per sentire il brivido dell'ignoto correre lungo la schiena.
La paura è un'emozione importante ed è importante avere la capacita di riconoscerla e gestirla: nasce di fronte alle esperienze nuove, alla necessita di superare i propri limiti, alla sperimentazione delle proprie capacità e alla conoscenza del mondo ignoto.
La scena ispirata a Cappuccetto Rosso è un meta-racconto di una storia che diventa atto magico di evocazione durante il suo narrarsi. E' però un atto incompiuto perchè l'attrice si scontra con la memoria che di per se è volubile e cambia i ricordi: quindi sbaglia, inciampa nelle parole, perde il filo, mischia storie diverse. Le storie della sua vita.
ROSSO e LUPO è una messa in scena di teatro di figura e attore la cui drammaturgia è nata in dialogo con bambini/e e ragazzi/e di età molto diverse durante circa due anni di laboratori sull'archetipo del lupo.
Alla visione dello spettacolo può essere affiancato un percorso di preparazione alla visione per il pubblico, con un piccolo laboratorio sull'arte della scena di 2h.
Ideazione: Katiuscia Favilli e Cristina Abati
Altri crediti: Composizione musicale: Matteo Bennici.
Oggetti di scena: Eva Sgrò.
Progetto luci: Marco Santabrogio, Siani Bruchi.
Progetto grafico: Leonardo Mazzi - Neo Studio.
Produzione: FOSCA