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Myriam Mihindou
Photographer, video artist, performer
Myriam Mihindou grew up in Gabon with a French mother and a Gabonese father, before going into exile in France in the late 1980s. After a degree in architecture, she joined the school of fine arts in Bordeaux. Suffering from aphasia, a disorder of spoken and written language, she was at the time looking for a means of expression. Working initially on sculpture and forging, Joseph Beuys and Ana Mendieta encouraged her to direct her plastic exploration in nature through ritualized actions with organic materials (earth, water, sun, paraffin, kaolin and tea). She graduated in 1993, developing a multidisciplinary plastic language, working as well in photography as in performance, video, drawing and sculpture. Her experience of travelling many countries including from Gabon to Reunion Island, from Egypt to Morocco, her works was nourished by these geographical and cultural encounters. Highly autobiographical, her creative processes probes memory, identity, the social, political and sexual bo
Myriam Mihindou grew up in Gabon with a French mother and a Gabonese father, before going into exile in France in the late 1980s. After a degree in architecture, she joined the school of fine arts in Bordeaux. Suffering from aphasia, a disorder of spoken and written language, she was at the time looking for a means of expression. Working initially on sculpture and forging, Joseph Beuys and Ana Mendieta encouraged her to direct her plastic exploration in nature through ritualized actions with organic materials (earth, water, sun, paraffin, kaolin and tea). She graduated in 1993, developing a multidisciplinary plastic language, working as well in photography as in performance, video, drawing and sculpture. Her experience of travelling many countries including from Gabon to Reunion Island, from Egypt to Morocco, her works was nourished by these geographical and cultural encounters. Highly autobiographical, her creative processes probes memory, identity, the social, political and sexual body themes.
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Black History Month Florence 2017
Ispirato al Black History Month celebrato negli Stati Uniti e nel Regno Unito, l’evento fiorentino mette in risalto i contributi culturali della diaspora africana che hanno influenzato la cultura popolare Italiana.
Conferenze, proiezioni di film, letture di libri, mostre d’arte, eventi enogastronomici, concerti e spettacoli ricordano i più importanti passaggi della storia africana ponendola in relazione con il panorama contemporaneo fiorentino.
All’interno di questa iniziativa si inserisce la XV edizione della rassegna Videozoom curata da Antonella Pisilli che quest’anno presenta opere di 8 video artiste africane dal titolo “Africana womanism” e l’installazione “Film noir per Lampedusa” di Clay Apenouvon.
Videozoom: Africana Womanism è un progetto video “work in progress”: in mostra opere di video-arte contemporanea, presentate tenendo conto delle specificità culturali delle diverse realtà del mondo. Il progetto vuole proporre una visione nuova della do
Ispirato al Black History Month celebrato negli Stati Uniti e nel Regno Unito, l’evento fiorentino mette in risalto i contributi culturali della diaspora africana che hanno influenzato la cultura popolare Italiana.
Conferenze, proiezioni di film, letture di libri, mostre d’arte, eventi enogastronomici, concerti e spettacoli ricordano i più importanti passaggi della storia africana ponendola in relazione con il panorama contemporaneo fiorentino.
All’interno di questa iniziativa si inserisce la XV edizione della rassegna Videozoom curata da Antonella Pisilli che quest’anno presenta opere di 8 video artiste africane dal titolo “Africana womanism” e l’installazione “Film noir per Lampedusa” di Clay Apenouvon.
Videozoom: Africana Womanism è un progetto video “work in progress”: in mostra opere di video-arte contemporanea, presentate tenendo conto delle specificità culturali delle diverse realtà del mondo. Il progetto vuole proporre una visione nuova della donna africana attraverso l’occhio dell’artista; Africana Womanism, nello specifico, porta alla ribalta il ruolo di madri africane come leader nella lotta per ritrovare, ricostruire e creare un’integrità culturale che abbraccia gli antichi principi di reciprocità, equilibrio, armonia, giustizia, verità e ordine.
Fanno parte delle artiste di Africana Womanism: Nirdeva Alleck (Mauritius), Nathalie Mba Bikoro (Gabon), Rehema Chachage (Tanzania), Wanja Kimani (Kenia), Michèle Magema (RDC), Fatima Mazmouz (Marocco), Myriam Mihindou (Gabon), Tabita Rezaire (Francia-Guyana/Danese)
Film noir per Lampedusa, di Clay Apenouvon (Togo), interpreta una Lampedusa contemporanea, luogo di migrazioni; attraverso un’installazione site-specific, realizzata dall’artista per Murate Art District, si esplora la capacità dei materiali di essere supporto fisico e medium artistico per trasmettere il messaggio socio-politico dell’artista.
Non nuovo a questo tipo ti incursioni artistiche, Clay Apenouvon lavora con materiali plastici di colore nero, che evocano la liquida vischiosità del petrolio.
I due progetti sono stati inaugurati venerdì 3 febbraio 2017 alle ore 17.30 presso MAD Murate Art District.
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