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CONCERTS À BOIRE

Della musica umana

Dell’origine e certezza della musica

Ensemble Stultifera Navis – musiche di J.Arcadelt, C.de Rore, J.Ortiz, G.B.Bovicelli, O.di Lasso, F.Rognoni

 

Il programma presenta madrigali dei tre compositori più rappresentanti della scuola franco-fiamminga: Cipriano de Rore (Ronse, 1515 – Parma, 1565), Jacques Arcadelt (Liegi, 1507 – Parigi, 1568) e Orlando di Lasso (Mons, 1532 – Monaco di Baviera, 1594). Tale scuola, attiva dall’inizio del XV secolo fino metà del XVI, diffuse la loro arte dalle Fiandre e dai Paesi Bassi in tutta l’Europa, e raggiunse in quel tempo una incontrastata egemonia, in forza di quelle forme contrappuntistiche dotte, e talvolta artificiose, con le quali la polifonia vocale venne innalzata fino al più elevato stile a cappella.

Nella prima parte del programma l’attenzione si concentra sulla penetrazione dell’elemento musicale fiammingo in Italia. Uno dei modelli teorici più paradigmatici si trova nell’opera più nota di Giovanni Battista Bovicelli (Assisi, 1550 ca): Regole, passaggi di musica, madrigali e motetti passeggiati (Venezia, 1594), nella quale viene stabilita con metodo l’arte di “diminuire” le note lunghe di una melodia con altre di più breve valore. Tale arte si ritrova nel madrigale Ancor che col partire nella versione di Bovicelli e in quella di Girolamo Dalla Casa (Udine- Venezia, 1601). Si tratta di una  diminuzione per viola da gamba estrapolata dal suo significativo Il vero modo di diminuir, con tutte le sorti di stromenti (Venezia, 1584), documento di fondamentale importanza sulla prassi strumentale veneziana della fine del XVI secolo che, in modo emblematico, mette a confronto diretto i differenti stili dei compositori.

Nella seconda parte del programma si presenta Diego Ortiz (Toledo, 1510 ca – Napoli, 1570 ca), di origine spagnola e radicato a Napoli, tramite un esempio estratto della sua opera più nota Tratado de Glosas (Roma, 1553). In tale opera  sono presenti vari brani per viola da gamba diminuiti e con accompagnamento, un’evoluzione decisiva per lo sviluppo della musica strumentale. Sopra il madrigale O felici occhi miei di Jacques Arcadelt si sentirà un ricercare per viola da gamba soprano. Il programma prevede in seguito Vincenzo Ruffo (Verona, 1508 ca – Sacile, 1587) con il suo Capriccio a tre sopra lo stesso madrigale di Arcadelt. Questa forma musicale non prevede la presenza di un testo ed è probabilmente concepita come un brano strumentale, in grado di mettere alla prova le capacità  notazionali dei musicisti. Si pensi, ad esempio, che il Cantus è in tempo ternario mentre il Tenor e il Basso in tempo binario: questi sono i primi brani strumentali della storia che vengono denominati ‘capricci’.

Nella terza parte del programma si presenta la chanson francese Susanne un jour di Didier Lupi Second, scritta nel 1560 ca; una canzone di grande successo all’epoca che è stata adattata da molti altri compositori fino alla metà del XVII secolo. Di essa si conoscono una quarantina di versioni sia per voce che per strumenti. Alla melodia originale di Lupi Second, cantata a voce sola, seguirà la versione madrigalistica di Orlando di Lasso, intavolato per organo, soprano e viola da gamba basso, e la magnanime versione per organo intavolato e diminuito di Claudio Merulo (Correggio, 1533 – Parma, 1604). Il programma si concluderà con la versione di Lasso suonata da organo e soprano con la viola passeggiata alla bastarda per Francesco Rognoni (Milano, seconda metà del XVI secolo – 1626 ca).

Le tre parti del programma verranno scandite dalla lettura recitata di passi dalle “Istituzioni armoniche” di Gioseffo Zarlino, il maggiore teorico musicale del Rinascimento, al fine di calare la sensibilità dell’ascoltatore nella visione del mondo e della cultura che ha saputo produrre così mirabili capolavori. Prima di ognuna delle tre sezioni verrà spiegato il senso strutturale della successione dei brani, costituiti, come indicato sopra, da madrigale e dalle seguenti elaborazioni dello stesso.

Per info e prenotazioni:

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