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Arcipelago

of Maria Montesi

Origine, metodologia e obiettivi:

Il lavoro nasce dall’elaborazione di un mito che racconta la genesi dell’arcipelago delle isole Eolie e si divide in due parti: la prima è una performance in cui un gruppo di interpreti collaborerà alla messa in scena del mito e la seconda è una versione cinematografica dello stesso sottoforma di cotrometraggio di circa 20 minuti. In occasione di questa residenza intendo sviluppare la prima parte del progetto il cui esito sarà eventualmente presentato presso Murate Art District e in seguito durante il festival di danza Marosi a giugno 2024.
L’Arcipelago è infatti risultato progetto vincitore del programma di alta formazione “Around a process of Making” all’interno del festival Marosi nell’isola di Stromboli. Il programma consiste in una serie di incontri per lo sviluppo del lavoro e di una restituzione all’interno del festival.
Tema centrale della storia è la particolare relazione presente nell’immaginario collettivo tra il vulcano e le emozioni umane. Il lavoro di traduzione scenica sarà nutrito da alcune pratiche derivanti dalla tradizione della danza butoh. Un particolare riferimento è il concetto di corpo come karada, ovvero come “contenitore vuoto” e allo stesso tempo “presente”, attraverso cui le emozioni, che non appartengono mai a un soggetto, transitano.
La storia descrive infatti la presenza di una tensione latente tra gli abitanti dell’isola. Le origini del fenomeno non sono del tutto svelate ma se ne comprendono gradualmente i meccanismi e gli effetti che ne conseguono nelle dinamiche tra gli abitanti, lasciando emergere il portato psicologico di una rottura delle convenzioni sociali.
Alcune parti della storia saranno animate in stop motion con disegni a carboncino. La scelta di questa tecnica è dovuta alla sua particolare caratteristica di mantenere sul foglio una traccia visibile di ogni passaggio, dove il bianco è la cancellatura del nero e il nero è la copertura del bianco. Questa tecnica suggerisce inoltre un legame con una pratica comune sull’isola di Stromboli, dove la cenere nera dei crateri attivi ricopre quasi quotidianamente le terrazze e i tetti bianchi delle case, e gli abitanti regolarmente la spazzano via e imbiancano le case con la calce.

 

 


Maria Montesi

Maria Montesi is a visual artist and filmmaker. Currently residing in Florence, she works as a lecturer in video-making and photography at the FIDI Institute since 2019. She graduated in Visual Arts and Performing Arts from IUAV in Venice and obtained a master’s degree in Visual Anthropology from Goldsmiths’ College in London. She won an artist’s residency for three years at Malterie in Lille, France. She has participated in various artistic residencies including FKSE (Budapest),... La Générale d’Imaginaire (Dunkerque), Penthouse Art Residency (Brussels), Neutopica La Selva (Talla), MAD Murate Art District (Florence). She has exhibited her works in several European cities: in London at The Horse Hospital, in Lille at Gare Saint Sauveur, Artconnexion, and Espace Le Carré, in Venice at Nation25 – the Nationless Pavilion, in Kassel as part of the project “12 Ballads for the Huguenot House”, in Prato at Officina Giovani, in Amsterdam at Rongwrong Gallery, Jakuzi, Plantage Dokzaal, and the Italian Institute of Culture, and in the United States (Miami) at Wynwood Arts District. Later, she obtained a second master’s degree in Art and Design from the Sandberg Institute in Amsterdam.

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