Tre momenti
Luci accese in sala.
Il pubblico si siede mentre io sono seduto con le cuffie a centro palco vicino a un giradischi.
Una volta che tutto il pubblico è seduto, consegno a tutt* un foglio su cui c’è scritto:
L’11 OTTOBRE DEL 2022 ERO IN CASA.
AVEVO LE CUFFIE E STAVO SCRIVENDO APPUNTI PER LA SCUOLA.
POI HO FATTO UN TIRO DI TROPPO. E HO MESSO UN DISCO IN CUFFIA. UNA CRISI ESISTENZIALE HA SUONATO ALLA PORTA.
E HO INIZIATO A CHIEDERMI SE CI FOSSE UNA RAGIONE PER LA MIA CONDIZIONE, PER LA TUA CONDIZIONE, PER LA NOSTRA CONDIZIONE, PER LA LORO CONDIZIONE.
MI SONO CHIESTO SE ESISTESSE UNA RAGIONE PER LA PAURA. MI SONO DETTO CHE DOVEVO FIDARMI DELL’UNIVERSO.
MI SONO DETTO CHE SE UNA PERSONA AVESSE TROVATO UNA
RAGIONE PER VIVERE, L’AVREI AMATA.
HO RIVISTO IL MIO PARTO. HANNO TAGLIATO LA PANCIA DI MAMMA E MI HANNO TIRATO FUORI. DITEMI SE C’È QUALCOSA DI PIÙ TRAUMATICO PENSAVO.
HO PIANTO E MI SONO SDRAIATO SUL TAPPETO. SEMBRAVO UN ANGELO DI NEVE SENZA NEVE. LA MUSICA SCORREVA COME UN FIUME IN PIENA.
IL MONDO MI MOSTRAVA DI COSA ERA CAPACE. MI SONO DETTO CHE UNA TALE GRANDEZZA ANDAVA RISPETTATA.
VOLEVO VIVERE NEL PRESENTE MA MI CHIEDEVO SE ESISTESSE UN GIUSTO O UNO SBAGLIATO. E COME AVREI FATTO A TROVARE UNA DIREZIONE PER VIVERE.
ALLA FINE HO SCRITTO: “THERE IS AN ENERGY THAT MOVES ME. IT SEEMS VERY TRUSTABLE. STOP.” UNA VOCE INTANTO DICEVA: “SO I WROTE YOU ALL THIS SONG TO BRIGHTEN UP YOUR DAY AND WASH YOUR PAIN AWAY”.
OGGI, RIASCOLTO QUEL DISCO.
Quando mi rendo conto che il pubblico ha finito di leggere il foglio metto il Fire Doesn’t Grow On Trees dei Brian Jonestown Massacre nel giradischi e mi metto le cuffie. Le luci si concentrano su di me. Inizio ad ascoltare il disco. Il pubblico mi vede mentre ascolto. Dopo 8 minuti circa scendono le luci e la musica riempie la stanza con “What’s in a name?”
Finisce la canzone, tolgo il disco. Si alzano le luci. Porto al pubblico un altro foglio.
Sopra c’è scritto:
IL 20 AGOSTO DEL 2023 FESTEGGIAVO UN ANNIVERSARIO SPECIALE.
HO PRESO LA BICI E SONO ANDATO A FUMARE VERSO MAROTTA. HO ASCOLTATO IN CUFFIA LE PAROLE DI BELL HOOKS E LEI PARLAVA DI ME. PROPRIO DI ME.
ERO IN UN LEMBO DI SPIAGGIA DOVE NON C’ERA NESSUNO. FACEVA CALDO E C’ERA VENTO. IL MARE ERA STUPENDO.
LA VERITÀ’ DI TUTTA LA MIA VITA SI STAVA RIVELANDO NEL MIO
CERVELLO; I TAROCCHI AVEVANO RAGIONE, DOVEVO PENSARE A DARE E RICEVERE. REGALI.
SABBIE SACRE, FUORI DALL’ACQUA
È Lì CHE MI TROVERAI.
FINO A CHE NON C’È STATO UN CORTO CIRCUITO, I PENSIERI SI STAVANO SCHIANTANDO SULL’AUTOSTRADA.
ALLORA HO RIPRESO LA BICI E HO MESSO UN DISCO IN CUFFIA. QUANDO LE PRIME NOTE HANNO INIZIATO A SUONARE MI SONO SENTITO TRASFORMATO, CATAPULTATO IN UN FILM SULLA BELLEZZA DELLA VITA E SULL’ARMONIA DELL’UNIVERSO. LA BICI SEMBRAVA UN METRONOMO, IL MONDO ERA NELLE MIE MANI. IL RITMO ERA INARRESTABILE, POTENTE.
OGGI RIASCOLTO QUEL DISCO.
Quando mi rendo conto che il pubblico ha finito di leggere il foglio metto il Allah-Las di Allah-Las nel giradischi e mi metto le cuffie. Le luci si concentrano su di me. Inizio ad ascoltare il disco. Il pubblico mi vede mentre ascolto. Dopo la prima canzone circa scendono le luci e la musica riempie la stanza con “Don’t You Forget it”.
Finisce la canzone, tolgo il disco. Si alzano le luci. Porto al pubblico un altro foglio.
Sopra c’è scritto:
QUESTA STORIA è DIFFICILE DA RACCONTARE.
MIA MADRE SOFFRE DI ALZHEIMER DA UN PAIO DI ANNI.
HA INIZIATO A DIMENTICARSI LE PAROLE QUANDO MIO FIGLIO LE STAVA IMPARANDO.
IL 10 SETTEMBRE DEL 2023 SONO ANDATO A TROVARLA IN OSPEDALE. SI ERA ROTTA IL FEMORE.
SUL TETTO C’ERA UN GRUPPO DI CORVI.
LE CONDIZIONI IN CUI L’HO TROVATA ERANO PEGGIORI DI QUELLE CHE MI ASPETTAVO. TREMAVA E RESPIRAVA MALE. HO PENSATO STESSE MORENDO. LE HO STRETTO LA MANO E LE HO DETTO CHE LE VOLEVO BENE.
HO PIANTO SENZA VERGOGNA FINO ALLA MACCHINA. SONO SALITO IN MACCHINA.
HO MESSO SU UNA CANZONE CHE SO CHE MI AVREBBE AIUTATO. L’HO ASCOLTATA PIANGENDO PER ALMENO CINQUE VOLTE DI FILA. I MADE IT AGAIN TO THE AMAZON
I’VE GOT TO ERASE, THE SAME AS THE OTHERS
MIO FRATELLO MI HA ASSICURATO CHE NON STAVO SCAPPANDO.
MI SONO FERMATO E HO MANDATO UN MESSAGGIO VOCALE A UNO DEI MIEI MIGLIORI AMICI.
STAVO TROVANDO LA PACE. LEI, POI, NON È MORTA.
OGGI RIASCOLTO QUELLA CANZONE.
Quando mi rendo conto che il pubblico ha finito di leggere il foglio metto Treasure di Aldous Harding nel giradischi e mi metto le cuffie. Le luci si concentrano su di me. Inizio ad ascoltare il disco. Il pubblico mi vede mentre ascolto. Dopo la prima canzone circa scendono le luci e la musica riempie la stanza con “Treasure”
Finisce la canzone, tolgo il disco. Si alzano le luci.
Ispirato a Gillian Wearing, Strasse e Sophie Calle.