In questa residenza mi propongo di indagare le possibilità performative ed esperienziali del Landi’s Cube un sistema in Mixed Reality, da me realizzato, che permette di adottare un linguaggio visivo come sistema di comunicazione tra coreografo e danzatore. Il Landi’s Cube come strumento di comunicazione non verbale sta rivelando possibilità maggiori del previsto sia come strumento artistico-creativo che ludico-educativo. Di fatto è un primo approccio alla notazione del movimento in 3D, se Laban usava un linguaggio scritto su carta oggi è possibile spazializzare le indicazioni di movimento grazie alla XR (Extended Reality). Il Landi’s Cube è ispirato al cubo di Laban, al Cubo di Rubik e al gioco del twister ma tutto raggiornato in MR (Mixed Reality). Attraverso un visore VR (Realtà Virtuale) e possibile vedere la stanza in cui ci si trova, le persone circostanti ma anche essere immersi in un cubo in AR (Realtà Aumentata) da cui è possibile vedere le indicazioni.
A un secolo dalle Elegie Duinesi, completate e pubblicate nel 1923, un’ omaggio a Rainer Maria Rilke e all’invisibile.
“L’ angelo delle Elegie è quella creatura in cui la metamorfosi del visibile in invisibile, che noi operiamo, compare già compiuta…
L‘ angelo delle Elegie è quell’ essere che è garante del fatto di riconoscere nell“invisibile un superiore rango della realtà. Per questo è tremendo per noi, perché noi, coloro che amano e trasformano, siamo ancora legati al visibile. Tutti i mondi dell’ universo precipitano nell invisibile, nella realtà più profonda che abbiamo accanto”. Scrisse Rilke nella lettera a Witold von Hulewicz, del 13 novembre 1925. Il visore di Realtà virtuale diventa in questo caso la soglia tra visibile e invisibile. L’invisibile diventa presenza concreta, che fornisce il materiale e il significato alla performance. Margherita Landi ha sviluppato un’ approccio al corpo che passa dal visore VR, per metterla in diretta comunicazione con i performer che volta volta coinvolge nel processo attraverso il sistema del “Landi’s Cube”. Attraverso la Mixed Reality Landi ha costruito un linguaggio visivo che offre la possibilità di dirigere la performance in tempo reale, senza limitare la libertà creativa dei performer, costruendo così un dialogo che avviene in scena in tempo reale nel quale anche il software ha esso stesso voce in capitolo generando elementi casuali. Una pratica discorsiva a tre tra coreografa, performer e apparato, in cui non vi è gerarchia ma collaborazione. Il visore diventa così parte del processo generando intra-azioni più che inter-azioni come direbbe Karen Barad, ma soprattutto generando significati diversi, l’invisibile si “materializza” (“come to matter”) nello spettacolo dando “importanza” (“come to matter”) ad aspetti e significati sempre nuovi.
LINK trailer