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Sergej Vasiliev: uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta

La mostra, promossa dall’Associazione Amici del Museo Ermitage insieme a MUS.E, MAD Murate Art District, Museo Sergej Vasiliev a Čelyabinsk e realizzata con il contributo di Fondazione CR Firenze, in collaborazione con MIP Murate Idea Park, s’intitola “Sergej Vasiliev: uno sguardo indiscreto sull’URSS sconosciuta” la prima mostra antologica in Italia dedicata al forotoreporter russo, che verrà ospitata a Firenze al Semiottagono delle Murate, dal 23 giugno al 4 ottobre.

L’evento espositivo si arricchisce di un importante evento collaterale: il 23 giugnoalle 17:00 a MAD Murate Art District Valentina Gensini, Direttore Artistico di MAD, introduce un talk dal titolo Un giorno nella vita di Sergej Vasiliev, tra Sergej Vasiliev e un altro fotoreporter di livello internazionale premiato con il World Press Photo, Massimo Sestini. Con loro, anche il curatore della mostra Marco Fagioli.
Per partecipare al talk occorre la prenotazione (info.mad@musefirenze.it , tel. 0552476873),

In un luogo di grande suggestione, un ex monastero divenuto caserma e infine struttura di detenzione fino alla metà degli anni Ottanta, si realizza un percorso che in circa settanta immagini intende riassumere e sottolineare lo sguardo penetrante di Vasiliev nel quotidiano di una metropoli negli Urali meridionali, Čelyabinsk, ai tempi dell’ex Unione Sovietica: detenuti, partorienti, ginnaste, il disastro di Ufa, è la storia nuda, vera, della gente russa, scrutata e indagata con un formalismo mai retorico, a comporre una cronaca avara di colore e di grande impatto.
Particolarmente toccante il capitolo a chiusura del percorso ideato da Jan Bigazzi e curato dall’esperto di arte figurativa russa, Marco Fagioli, che racconta l’incidente ferroviario nel distretto di Iglinskiy, avvenuto il 4 giugno del 1989. Inviato dal Vecherny Čelyabinsk (Čelyabinsk Sera), il quotidiano per il quale Vasiliev ha lavorato per quarantacinque anni dal giorno della sua fondazione nel 1968, l’autore stringe sui corpi bruciati e martoriati distesi sui tavoli dell’ospedale o nelle bare sostenute per le strade del dolore, che fanno tornare alla mente alcune scene del grande cinema russo post-stalinista.

Nel 2022 la mostra sarà ospitata al Museo delle Culture di Lugano (MUSEC).