C’è un bosco in Toscana, nei pressi di Grosseto, e per l’esattezza a Travale nel gruppo montuoso Carline-Cornate, completamente abbandonato o almeno lo era fino a tempi recenti.
La particolarità di questo luogo sta nel fatto che circa 2500 anni fa era un immenso frutteto di castagneti piantato dai Romani e forse anche prima dagli Etruschi, che dalle castagne ricavavano farina e frutti necessari per sfamare le genti dell’epoca .
In questo bosco di 4 ettari (per ora questa è la superficie riqualificata e bonificata) si intravede anche una strada romana scavata nelle montagne che collegava l’allora città di Volterra con altri centri della penisola.
Oggi questo magnifico luogo è presidiato dall’associazione senza scopo di lucro Quercus che, insieme a Treedom, sta lavorando alla sua conservazione salvaguardando una biodiversità davvero sorprendente, cercando di far conoscere ampiamente questo progetto di protezione arborea. Vogliono la creazione di un parco dove le piante siano curate, censite e protette come monumenti viventi e che siano utilizzate dall’uomo per contrastare il degrado del suo habitat.
La sorpresa è stata di trovare castagneti di oltre 2000 anni, di dimensioni particolari che dominano l’ambiente circostante così da creare un bosco di alberi monumentali. La fortuna vuole che i castagneti non fossero mai stati toccati e quelli le “matriarche” riuscirono a sopravvivere sfuggendo al dominio della natura dell’homo sapiens.
Oggigiorno enormi quantità di CO2 sono stipate in questi alberi millenari e continueranno a essere una fonte per l’umanità.
Con il mio lavoro ho voluto documentare questa scoperta e chiarire quanto sia importante salvaguardare gli alberi esistenti e piantarne di nuovi.
Gli alberi sono alcune delle forme viventi più avanzate su questo pianeta e dobbiamo preservarli per la nostra sopravvivenza.
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