Thomas è uno scrittore e un marito esemplare, finché una sera si rende responsabile dell’omicidio di una ragazza. In cerca d’ aiuto, si rivolge all’amico Gregers, un avvocato rampante, il cui passatempo preferito è attaccare briga nei luoghi pubblici per farsi picchiare. Dall’idea di normalità che sembrava incarnare, Thomas si vede scaraventato nella schiera di assassini e stupratori che Gregers difende in aula e per cui l’avvocato prova una malcelata ammirazione.
I due amici si recano nell’appartamento di Thomas per accertare la dinamica dell’accaduto, ma il corpo della ragazza è scomparso. E se la donna non fosse morta? Perché inventarsi allora una simile fantasia?
Il drammaturgo norvegese Hans Petter Blad ci accompagna nel dialogo vertiginoso e assurdo fra i due protagonisti mettendo in crisi le definizioni alle quali siamo più ancorati: chi è la gente per bene? Quella che non dimentica mai l’ombrello quando piove? E chi sono invece gli altri?
“E il punto è che non capisci” – dice Thomas a Gregers – “che oltretutto avresti potuto trasformare un uomo innocente in un assassino”: e così, senza che se ne avvedano, quella che è solo un’idea diviene, per i due amici, un destino ineluttabile .