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I’ve Known Rivers | Black History Month Florence VI ed. 2021

Waiting For Progetto RIVA
Intervengono: Jems Kokobi e Dia Papa Demba
Modera: Justin Randolph Thompson
In collaborazione con MAD Murate Art District

I’ve Known Rivers
Black History Month Florence VI ed. 2021
I’ve Known Rivers | Black History Month Florence VI ed. 2021

Questo contenuto appare solo nell' archivio.

Jems Koko Bi  

Scultore e performer

Scultore e performer, Jems Koko Bi mescola influenze avanguardiste alla sua storia saldamente africana. Nelle sue opere, mette in discussione le nozioni di spazio e di tempo, all’interno di una riflessione più ampia e continua sulla sua stessa esistenza.

“Gli alberi mi danno istruzioni e io le eseguo nel bosco. Mi consigliano e io racconto le loro storie”.

Le sue sculture in legno avviano una conversazione con le forze della natura. Nel suo studio nel cuore della foresta, immense sculture vedono la luce del giorno e interrogano l’identità e gli antenati, la terra natale e l’esilio. Attraverso un gesto sottile e sicuro, l’artista rivela i contorni della materia. Dopo molteplici oscillazioni assordanti, un volto esce dal ceppo. La mano meccanizzata, simpatica, lo trascina fuori. È sempre esistito, ma era nascosto al mondo. Il gesto rivela la sua forma. Con ritmo, attraverso tocchi delicati, l’artista sembra accarezzarne la superficie, che tra

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Scultore e performer, Jems Koko Bi mescola influenze avanguardiste alla sua storia saldamente africana. Nelle sue opere, mette in discussione le nozioni di spazio e di tempo, all’interno di una riflessione più ampia e continua sulla sua stessa esistenza.

“Gli alberi mi danno istruzioni e io le eseguo nel bosco. Mi consigliano e io racconto le loro storie”.

Le sue sculture in legno avviano una conversazione con le forze della natura. Nel suo studio nel cuore della foresta, immense sculture vedono la luce del giorno e interrogano l’identità e gli antenati, la terra natale e l’esilio. Attraverso un gesto sottile e sicuro, l’artista rivela i contorni della materia. Dopo molteplici oscillazioni assordanti, un volto esce dal ceppo. La mano meccanizzata, simpatica, lo trascina fuori. È sempre esistito, ma era nascosto al mondo. Il gesto rivela la sua forma. Con ritmo, attraverso tocchi delicati, l’artista sembra accarezzarne la superficie, che trasforma ad ogni passaggio. Risveglia l’elemento con una precisione intuitiva padroneggiata: una danza armata di pugno di ferro in un soffio di tenerezza.

 

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