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Ka Long Wong
Scultore e insegnante
Ka Long Wong, figlio d’arte, è nato nella Macao portoghese nel 1977. La sua pratica, sia come professore presso il politecnico di Macao, sia come artista, è profondamente influenzata dai suoi viaggi sulla Via della Seta e dalla sua esperienza come cittadino coloniale, in cui i confini di aggressione e civilizzazione si fondono. Wong ha completato i suoi studi di Scultura alla Accademia di Belle Arti di Guangzhou.
Ka Long Wong, figlio d’arte, è nato nella Macao portoghese nel 1977. La sua pratica, sia come professore presso il politecnico di Macao, sia come artista, è profondamente influenzata dai suoi viaggi sulla Via della Seta e dalla sua esperienza come cittadino coloniale, in cui i confini di aggressione e civilizzazione si fondono. Wong ha completato i suoi studi di Scultura alla Accademia di Belle Arti di Guangzhou.
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Ciclo Global Identity
The Impossible Black Tulip, terzo appuntamento del ciclo diretto da Valentina Gensini
GLOBAL IDENTITIES Postcolonial and cross-cultural Narratives, è un progetto che trova la sua ragione nell’esplorazione del concetto di appartenenza.
La mostra ha preso il nome dalla più antica mappa cinese che fonde concetti cartografici cinesi e occidentali. Mappe e identità hanno una correlazione profonda: trattandosi di rappresentazioni territoriali e di confini nazionali, l’azione di cartografare si collega alla politica identitaria nazionale di un paese.
Questa mappa, simbolo di ibridità culturale, mina il nostro concetto di identità e non a caso fu chiamata l’Impossibile Tulipano Nero, per la sua rarità e esotismo. Attraverso l’esposizione e l’azione partecipata, questa iniziativa vuole sondare e approfondire i dibattiti post-coloniali relativi ai concetti di ibridità, decolonizzazione e identità fluida.
Macao ne rappresenta un caso esemplare: colonia portoghese per quattrocent
The Impossible Black Tulip, terzo appuntamento del ciclo diretto da Valentina Gensini
GLOBAL IDENTITIES Postcolonial and cross-cultural Narratives, è un progetto che trova la sua ragione nell’esplorazione del concetto di appartenenza.
La mostra ha preso il nome dalla più antica mappa cinese che fonde concetti cartografici cinesi e occidentali. Mappe e identità hanno una correlazione profonda: trattandosi di rappresentazioni territoriali e di confini nazionali, l’azione di cartografare si collega alla politica identitaria nazionale di un paese.
Questa mappa, simbolo di ibridità culturale, mina il nostro concetto di identità e non a caso fu chiamata l’Impossibile Tulipano Nero, per la sua rarità e esotismo. Attraverso l’esposizione e l’azione partecipata, questa iniziativa vuole sondare e approfondire i dibattiti post-coloniali relativi ai concetti di ibridità, decolonizzazione e identità fluida.
Macao ne rappresenta un caso esemplare: colonia portoghese per quattrocento anni, dopo l’annessione alla Cina nel 1999 come regione speciale amministrativa (SAR), ha scelto di affrontare la problematica identitaria attraverso un processo di costruzione orientato all’ggregazione anziché alla repressione o all’emarginazione dell’“altro”.
In che modo si relaziona il concetto di ibridità con quello di appartenenza? Insieme alla comunità cinese, tre artisti di Macao Eric FOK, Gue Jie CAI, Ka Long WONG hanno indagato i diversi modi di declinare questi concetti. Ci hanno fatto interrogare sulla legittimità di fondare una identità locale solo su alcuni aspetti di storia coloniale; sulla relazione tra appartenenza e proprietà; e infine, sul rapporto tra memoria del territorio e appropriazione del paesaggio da parte di una precisa idea architettonica di modernità. Le diverse manifestazioni anti-migratorie e il crescente successo dei partiti sovranisti rende urgente una revisione contemporanea di concetti come “identità nazionale” e “alterità”. Come definire oggi il termine “identità”?
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