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Maree Clarke è nata nel 1961, Wamba Wamba/Latji Latji/Wadi Wadi Country, Swan Hill, Victoria.

Vive e lavora a Wurundjeri/Boon Wurrung Country, Naarm/Melbourne. Yorta Yorta/Wamba Wamba/Mutti Mutti/Boonwurrung popoli.

Maree Clarke è una figura fondamentale nel recupero e nella promozione delle pratiche artistiche aborigene del sud-est australiano. Il suo continuo desiderio di affermare e riconnettersi con il suo patrimonio culturale l’ha vista rivitalizzare i tradizionali mantelli di pelle di opossum e i disegni contemporanei delle collane usando canne di fiume, denti di canguro e aculei di echidna. Le sue installazioni multimediali tra cui fotografia, scultura e video esplorano ulteriormente le tradizionali cerimonie e rituali dei suoi antenati in alcuni casi quasi completamente perduti.

Maree infatti ha una passione per la rinascita e la condivisione di elementi della cultura aborigena che sono stati persi –o che giacciono dormienti –come conseguenza della colonizzazione.

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Maree Clarke è nata nel 1961, Wamba Wamba/Latji Latji/Wadi Wadi Country, Swan Hill, Victoria.

Vive e lavora a Wurundjeri/Boon Wurrung Country, Naarm/Melbourne. Yorta Yorta/Wamba Wamba/Mutti Mutti/Boonwurrung popoli.

Maree Clarke è una figura fondamentale nel recupero e nella promozione delle pratiche artistiche aborigene del sud-est australiano. Il suo continuo desiderio di affermare e riconnettersi con il suo patrimonio culturale l’ha vista rivitalizzare i tradizionali mantelli di pelle di opossum e i disegni contemporanei delle collane usando canne di fiume, denti di canguro e aculei di echidna. Le sue installazioni multimediali tra cui fotografia, scultura e video esplorano ulteriormente le tradizionali cerimonie e rituali dei suoi antenati in alcuni casi quasi completamente perduti.

Maree infatti ha una passione per la rinascita e la condivisione di elementi della cultura aborigena che sono stati persi –o che giacciono dormienti –come conseguenza della colonizzazione. Maree registra meticolosamente i materiali che raccoglie per ogni opera in modo che le generazioni future possano studiarli e apprezzarli. Insegna anche le pratiche che ha imparato alla sua famiglia e ai gruppi del mob, cioè del suo gruppo familiare esteso.

Con oltre tre decenni di produzione artistica alle spalle, il suo lavoro costituisce una pratica multidisciplinare che include fotografia, incisione, scultura, gioielleria, video, vetro e altri medium.

Da fotografie in bianco e nero, alcune raramente esposte che danno vita a figure chiave e agli eventi a Melbourne durante gli 1990, fino al suo lavoro più compiuto e acclamato dalla critica degli ultimi anni, vi sono importanti installazioni a tecnica mista, gioielli contemporanei che incorporano denti di canguro, canne di fiume e aculei di echidna, stampe lenticolari, ologrammi fotografici, arte urbana.

Riflettendo il continuo desiderio di affermare e riconnettersi con il suo patrimonio culturale, Clarke ha spesso esposto sue opere contemporanee insieme a prestiti chiave di materiale storico dal Victoria Museum, evidenziando il suo profondo impegno e riverenza per le consuete cerimonie, rituali, oggetti e linguaggio dei suoi antenati.

Maree Clarke è una figura fondamentale non solo nel recupero delle pratiche artistiche aborigene del sud-est australiano, facendo rivivere elementi della cultura aborigena che erano andati perduti –o rimasti dormienti –durante il periodo della colonizzazione, ma è anche un leader nel coltivare e promuovere la diversità degli artisti aborigeni contemporanei del sud-est.

Le installazioni fotografiche multimediali di Maree Clarke, tra cui stampe lenticolari, fotografie 3D e ologrammi fotografici, nonché pittura, scultura e video installazioni, esplorano ulteriormente le consuete cerimonie, rituali e linguaggio dei suoi antenati e rivelano le sue ambizioni di lunga data per facilitare il dialogo interculturale sugli effetti in corso della colonizzazione, fornendo allo stesso tempo spazio alla comunità aborigena per impegnarsi e “piangere” l’impatto dell’espropriazione e perdita.

Maree è nota per il suo approccio aperto e collaborativo alla pratica culturale. Lavora costantemente nella collaborazione intergenerazionale per far rivivere la conoscenza culturale dormiente e utilizza la tecnologia per portare un nuovo pubblico alle arti aborigene del sud-est contemporaneo.

Maree Clarke ha esposto sia a livello nazionale che internazionale, e nel 2021 è stata oggetto di una grande mostra di indagine Maree Clarke –Ancestral Memories alla National Gallery of Victoria. Altre mostre recenti includono Tarnanthi, Art Gallery of South Australia, Adelaide (2021), The National, Museum of Contemporary Art Sydney (2021), Reversible Destiny, Tokyo Photographic Museum, Tokyo Japan (2021) e il King Wood Mallesons Contemporary Art Prize, per il quale ha ricevuto il Victorian Artist Award. Nel 2020 è stata insignita della Linewide Commission per il progetto Metro Tunnel (attuale) ed è la destinataria dell’Australia Council Aboriginal and Torres Strait Islander Arts Fellowship 2020.

Nel 2023, Maree ha ricevuto la prestigiosa Yalingwa Fellowship, un premio di $ 60.000 per un artista senior delle First Nations per un artista che attualmente viva e lavori in Victoria che abbia dato un contributo eccezionale alla pratica creativa nella comunità artistica dei First Peoples e si trovi in un momento significativo della sua carriera.

Maree continua il suo lavoro d’archivio, viaggiando in vari musei del mondo per rientrare in contatto con reperti indigeni australiani e riportandoli alla vita con workshops e azioni artistiche tenuti in collaborazione con Musei e altri enti culturali in tutto il mondo.

Nel 2023 Maree Clarke è stata nominata Australian of the Year.

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Maree Clarke

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Maree Clarke

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Welcome to Barerarerungar

curated by Valentina Gensini and Renata Summo O'Connell

Welcome to Barerarerungar

Maree Clarke

12 apr – 28 lug 2024

a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O’Connell

 

Inaugurazione venerdì 12 aprile
ore 17:00 Museo di Antropologia e Etnologia
ore 18:00 MAD Murate Art District

 

Maree Clarke, discendente dei Mutti Mutti, Yorta Yorta, Wamba Wamba e Boon Wurrung, è un’artista indigena australiana che, celebrando la continuità con la sua cultura e la sua storia, apre spazi artistici innovativi tra riappropriazione del patrimonio culturale nativo e sensibilità ecologica. Con il suo progetto espositivo dal titolo Welcome to Barerarerungar, prima monografica in una istituzione pubblica europea, l’artista presenta opere site-specific realizzate nel corso della residenza presso MAD, opere magistrali nel suo percorso e installazioni sulle facciate delle antiche carceri del Complesso delle Murate, avviando una conversazione con la storia coloniale europea attraverso un’imponente opera che abita il cuore d



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Welcome to Barerarerungar

Maree Clarke

12 apr – 28 lug 2024

a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O’Connell

 

Inaugurazione venerdì 12 aprile
ore 17:00 Museo di Antropologia e Etnologia
ore 18:00 MAD Murate Art District

 

Maree Clarke, discendente dei Mutti Mutti, Yorta Yorta, Wamba Wamba e Boon Wurrung, è un’artista indigena australiana che, celebrando la continuità con la sua cultura e la sua storia, apre spazi artistici innovativi tra riappropriazione del patrimonio culturale nativo e sensibilità ecologica. Con il suo progetto espositivo dal titolo Welcome to Barerarerungar, prima monografica in una istituzione pubblica europea, l’artista presenta opere site-specific realizzate nel corso della residenza presso MAD, opere magistrali nel suo percorso e installazioni sulle facciate delle antiche carceri del Complesso delle Murate, avviando una conversazione con la storia coloniale europea attraverso un’imponente opera che abita il cuore del Museo Antropologico.

Le installazioni esposte presso MAD Murate Art District attivano un dialogo con la cittadinanza e il fiume mentre le opere in mostra al Museo di Antropologia e Etnologia ci osservano dal museo stesso come per riappropriarsi della storia dell’Oceania, rappresentata dai preziosi reperti custoditi dall’Istituzione museale.

Il lavoro multimediale di Maree Clarke esprime in modo innovativo il profondo desiderio dell’artista di riconnettersi alle pratiche perdute delle popolazioni indigene del sud-est australiano. L’approccio proposto genera uno spazio aperto alla condivisione della sua pratica artistica, secondo una collaborazione intergenerazionale volta a riattivare una conoscenza culturale partecipata.

La produzione dell’artista a Firenze è iniziata lungo l’Arno, con la realizzazione di collane di canne fluviali, simbolo di passaggio sicuro e amicizia nella tradizione indigena australiana, e infatti indossate come protezione nei viaggi tribali. In questo senso la loro presenza nell’esposizione fiorentina acquisisce un significato simbolico. Il recupero di tale pratica ancestrale, in cui le canne sono tinteggiate e intrecciate con piume, collega il fiume Arno e la sua città a una cultura lontana, attraversando epoche ed emisferi, in un atto generoso di benvenuto.

In questo modo, ancora una volta, l’arte di Maree Clarke riesce a onorare temi dolorosi come la terra perduta, le pratiche culturali e i linguaggi scomparsi, aprendo contemporaneamente il suo ricco mondo al pubblico, in un invito gentile volto a imparare, comprendere e rispettare le tradizioni della cultura antichissima dei popoli nativi australiani.

L’artista, premiata nel 2023 da Creative Victoria, Australian Centre for Contemporary Art (ACCA) e TarraWarra Museum of Art con il prestigioso Yalingwa Fellowship, rappresenta oggi un punto di riferimento nella cultura contemporanea australiana, contemperando linguaggi visivi molto attuali con il prezioso recupero di tradizioni e memorie ancestrali.

La mostra, curata da Valentina Gensini e Renata Summo O’Connell, è organizzata da Mus.e nell’ambito del Progetto RIVA e del Progetto Fuori Sede, in occasione del centenario dell’Ateneo fiorentino, ed è realizzata con il contributo dell’Università di Firenze e della Fondazione CR Firenze, con il patrocinio del Comune di Firenze e di Rai Toscana, con la media partnership de La Nazione e di Rai Cultura e la collaborazione di Artegiro e Vivien Anderson Gallery.

 

 

Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

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