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Installazione sonora permanente
APRIProgetto RIVA 2021
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40.000 chiodi (2018) contrassegna permanentemente la seconda cella al terzo piano delle Murate dopo il lungo lavoro realizzato su commissione del Progetto RIVA per la mostra QUI (2018). La parete, una sorta di mappa geografica del dolore, ha preso vita in maniera circostanziata, nel progredire spontaneo del lavoro e nella reazione stessa del muro e del suo disgregarsi sotto la vibrazione del martello e la ferita dei chiodi.
In questo luogo prima di clausura e poi di detenzione, Masi ha voluto restituire il legame obbligato di chi abitava le celle prigioniero delle loro pareti, allo stesso tempo ostili e rappresentanti l’unica alterità con cui al detenuto è dato rapportarsi. Da qui nasce la contrapposizione con il fiume, in eterno movimento, le cui acque non abitano mai lo stesso luogo.
40.000 chiodi (2018) contrassegna permanentemente la seconda cella al terzo piano delle Murate dopo il lungo lavoro realizzato su commissione del Progetto RIVA per la mostra QUI (2018). La parete, una sorta di mappa geografica del dolore, ha preso vita in maniera circostanziata, nel progredire spontaneo del lavoro e nella reazione stessa del muro e del suo disgregarsi sotto la vibrazione del martello e la ferita dei chiodi.
In questo luogo prima di clausura e poi di detenzione, Masi ha voluto restituire il legame obbligato di chi abitava le celle prigioniero delle loro pareti, allo stesso tempo ostili e rappresentanti l’unica alterità con cui al detenuto è dato rapportarsi. Da qui nasce la contrapposizione con il fiume, in eterno movimento, le cui acque non abitano mai lo stesso luogo.