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Chiusi per le festività.

Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.

Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori div

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Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.

Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori diversi e distanti nel tempo. Le opere di Chiara Camoni e Bettina Buck in mostra invitano a riflettere sulla relazione tra corpo e spazio, sul modo in cui i corpi costruiscono ambienti, i gesti generano mondi, i mondi raccontano relazioni, e le relazioni sono un modo per reinventare le modalità di stare insieme, produrre, esporre.

I gesti e le voci di chi ha partecipato agli incontri sono custoditi e rappresentati da un tappeto presentato in mostra e tessuto con la supervisione della tessitrice Paola Aringes.

Attorno a questo oggetto che è anche un luogo, un corpus di lavori inediti di Chiara Camoni fa a sua volta spazio ai lavori realizzati da Bettina Buck tra il 2010 e il 2017. Unite da una riflessione comune sulla scultura e da un’attitudine dialogica, i lavori delle due artiste si offrono come punti di vista l’una sul lavoro dell’altra.