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installazione sonora permanente
APRIInstallazione site-specific di Katharina Anna Loidl
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Il 14 gennaio 2016 Katharina Anna Loidl, vincitrice della Open Call internazionale per residenza d’artista promossa da Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, ha presentato al pubblico il progetto finale del suo periodo di residenza presso l’ex carcere delle Murate. Scelta dalla giuria tecnica tra un centinaio di candidature, per l’alta qualità del progetto proposto, pertinente alle finalità del bando e alla specificità del luogo, l’artista austriaca ha alle spalle un percorso significativo con premi presso Yogyakarta Indonesia e Consel des Arts et des Lettres Quèbec (CA), Upper Austrian Culture Quarter di Linz, e residenze a Berna, Quebec, Yogyakarta, Algeri, Berlino. L’installazione site-specific dell’artista è stata frutto della riflessione su uno spazio storicamente connotato come quello dell’ex carcere maschile e parte dal concetto di Panopticon: disegno ideale di carcere progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham
Il 14 gennaio 2016 Katharina Anna Loidl, vincitrice della Open Call internazionale per residenza d’artista promossa da Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, ha presentato al pubblico il progetto finale del suo periodo di residenza presso l’ex carcere delle Murate. Scelta dalla giuria tecnica tra un centinaio di candidature, per l’alta qualità del progetto proposto, pertinente alle finalità del bando e alla specificità del luogo, l’artista austriaca ha alle spalle un percorso significativo con premi presso Yogyakarta Indonesia e Consel des Arts et des Lettres Quèbec (CA), Upper Austrian Culture Quarter di Linz, e residenze a Berna, Quebec, Yogyakarta, Algeri, Berlino. L’installazione site-specific dell’artista è stata frutto della riflessione su uno spazio storicamente connotato come quello dell’ex carcere maschile e parte dal concetto di Panopticon: disegno ideale di carcere progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham e struttura architettonica in cui a un unico sorvegliante viene permesso di osservare da una torre centrale tutti i detenuti senza che essi sappiano se in quel momento si trovano o meno sotto gli occhi della guardia carceraria. Il termine “panopticon” affonda le proprie radici nella mitologia greca, in cui Argo Panoptes gigante dai cento occhi era considerato il guardiano per eccellenza. A queste suggestioni Katharina Loidl ha attinto per realizzare il proprio progetto installativo, che rievoca il concetto di osservazione, traslato in termini contemporanei. L’artista austriaca ha creato un legame tra il Panopticon e il controllo cui quotidianamente ci sottoponiamo tramite l’uso costante della tecnologia, che ci espone costantemente a uno spazio dove non esistono confini della sfera privata. Come il carcere, il web viene percepito quale un “mondo altro”: in quanto eterotòpico è il luogo in cui l’uomo vive un’altra realtà.
A cura di Valentina Gensini
“Un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente in maniera e quantità mai vista prima”. Jeremy Bentham