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Un giardino di oltre 10.000 metri quadri che torna alla città grazie a un intervento di arte pubblica. Un palinsesto di eventi per adulti e ragazzi, volto a  valorizzare il rapporto tra l’Arno e la città e a animare un luogo “di confine”. La riva sinistra del fiume sotto Lungarno Serristori si trasforma nel “Terzo Giardino”, grazie alla riqualificazione artistica realizzata dal collettivo Studio ++, un lavoro attento alla conservazione naturale e alla valorizzazione della biodiversità, affiancando all’opera d’arte un programma di incontri, workshop e laboratori per famiglie, che punta a avvicinare l’ambiente fluviale ai cittadini, facendone emergere le peculiarità. Il progetto artistico di Studio ++ si basa su tagli mirati della vegetazione spontanea che cresce nei pressi dell’Arno, sfruttando le tecniche impiegate per il mantenimento degli argini. Due diverse azioni creano aree differenti: “parterre” geometrici divisi in quattro sezioni trasversali e veri e

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Un giardino di oltre 10.000 metri quadri che torna alla città grazie a un intervento di arte pubblica. Un palinsesto di eventi per adulti e ragazzi, volto a  valorizzare il rapporto tra l’Arno e la città e a animare un luogo “di confine”. La riva sinistra del fiume sotto Lungarno Serristori si trasforma nel “Terzo Giardino”, grazie alla riqualificazione artistica realizzata dal collettivo Studio ++, un lavoro attento alla conservazione naturale e alla valorizzazione della biodiversità, affiancando all’opera d’arte un programma di incontri, workshop e laboratori per famiglie, che punta a avvicinare l’ambiente fluviale ai cittadini, facendone emergere le peculiarità. Il progetto artistico di Studio ++ si basa su tagli mirati della vegetazione spontanea che cresce nei pressi dell’Arno, sfruttando le tecniche impiegate per il mantenimento degli argini. Due diverse azioni creano aree differenti: “parterre” geometrici divisi in quattro sezioni trasversali e veri e propri muri di vegetazione spontanea. Il risultato è un disegno ispirato alla tradizione del Giardino all’Italiana, con par¬ticolare attenzione al modello dei Giardini dei Semplici. La vegetazione che emerge è costituita dalle piante spontanee della riva del fiume, che, grazie a questo metodo di “sottrazione”, si manifestano in tutta la loro inaspettata biodiversità. L’aggettivo “terzo” richiama la metafora del paesaggista Gilles Clèment che spiega come la vegetazione abbandonata presente nei “residui dell’organizzazione razionale dell’uomo” sia un’importante riserva di biodiversità e potenziale evolutivo.