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La call di “Voci adolescenti | Call for QuaranTeens” vuole raccogliere – tramite il sito www.murateartdistrict.it e il numero dedicato 320.2505022 – una serie di audio di dieci secondi inviati da ragazzi che stanno vivendo sulla propria pelle i disagi e il dramma della pandemia.

L’azione di arte partecipativa proposta dal progetto “Voci Adolescenti | Call for QuaranTeens” – che al termine del lavoro di ricezione degli audio verrà trasformata in un’installazione sonora in collaborazione con Tempo Reale  – mira a raccogliere la voce degli adolescenti di tutto il mondo (la call è diffusa in italiano e inglese e invita a inviare parole, suoni ed emozioni sonore), perché possano lasciare una sorta di traccia sonora emozionale, un unico grido che superi i limiti dello spazio, comunicando attraverso il suono come si percepiscono, come si sentono e chi sono.

“Il progetto nasce dall’esperienza vissuta quotidianamente da mia figlia adolescente alle prese c

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La call di “Voci adolescenti | Call for QuaranTeens” vuole raccogliere – tramite il sito www.murateartdistrict.it e il numero dedicato 320.2505022 – una serie di audio di dieci secondi inviati da ragazzi che stanno vivendo sulla propria pelle i disagi e il dramma della pandemia.

L’azione di arte partecipativa proposta dal progetto “Voci Adolescenti | Call for QuaranTeens” – che al termine del lavoro di ricezione degli audio verrà trasformata in un’installazione sonora in collaborazione con Tempo Reale  – mira a raccogliere la voce degli adolescenti di tutto il mondo (la call è diffusa in italiano e inglese e invita a inviare parole, suoni ed emozioni sonore), perché possano lasciare una sorta di traccia sonora emozionale, un unico grido che superi i limiti dello spazio, comunicando attraverso il suono come si percepiscono, come si sentono e chi sono.

“Il progetto nasce dall’esperienza vissuta quotidianamente da mia figlia adolescente alle prese con la DAD da marzo scorso. Mia figlia, come tutti gli studenti in DAD, trascorre l’intera giornata davanti al monitor per le lezioni e per lo svolgimento dei compiti, parla con gli amici in chat o su una piattaforma online, e se ha tempo guarda qualche serie. La fatica del primo lockdown è stata superata con la speranza che tutto si risolvesse velocemente. Ora però, dopo quasi un anno di didattica a distanza, i ragazzi cominciano a manifestare segnali di disagio importanti. Questa impressione di sofferenza è stata confermata dall’incontro con gli alunni di alcune scuole medie che hanno manifestato ansia per la salute dei propri cari, preoccupazione per la situazione economica della famiglia, angoscia per il timore di contagiare i nonni provocandone la morte, grande paura per il futuro. Per la prima volta nella storia, inoltre, quello che i nostri figli stanno sperimentando riguarda milioni di ragazzi in tutto il mondo. Gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni sono circa 1,2 miliardi, il 18% della popolazione mondiale. Sono il futuro, sono i depositari della progettualità e di un possibile cambiamento per la sopravvivenza del nostro pianeta. La solitudine, l’isolamento, la mancanza di contatto fisico tra persone sono evidentemente una grande privazione per ogni essere umano, ma lo sono particolarmente per gli adolescenti. La formazione della personalità e l’apprendimento, infatti, non possono prescindere dallo scambio con i coetanei. La sensazione di sfiducia verso il futuro, la paura della catastrofe imminente, il senso di impotenza e il senso di colpa, al contrario, rischiano di bloccare un’intera generazione. I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, e hanno bisogno che il loro disagio venga conosciuto e accolto.”


Benedetta Manfriani

Courtesy Benedetta Manfriani, Into the wild