OGGI CHIUSO
Guarda gli orari
  • LUN: Chiuso
  • MAR: 14:30 - 19:30
  • MER: 14:30 - 19:30
  • GIO: 14:30 - 19:30
  • VEN: 14:30 - 19:30
  • SAB: 14:30 - 19:30
  • DOM: Chiuso
Chiusi per le festività.

 

Il corpo è involucro, prima immagine del vivente, parte più esposta, portatore sano di fragilità: forte e vulnerabile al contempo: pianeta, ecosistema completo. Indagare il corpo con l’arte evoca la sensazione di connessione con la natura che a volte l’umano prova e che l’espressione artistica cerca, da sempre, di rappresentare e interpretare.

I progetti di Anna, Luisa e Rosaria Corcione nascono dall’ur­genza di scandagliare il corpo e le sue fragilità con medium differenti: la tela per Anna, la video-installazione per Luisa, la scultura per Rosaria. I lavori delle tre artiste dialogano at­traverso la performatività che unisce i differenti interventi, ricucendo idealmente le ferite dei tessuti che interpretano.

Il lavoro di Anna Corcione rievoca la relazione circolare tra la qualità dello spazio ambientale con la percezione della qualità della vita. Riprendono la sua serie Naturalia ricrea con tele e elementi organici la suggestione di un giardino te­rapeutico: un sistema composto da spazi capaci di aprire scenari interazionali per promuovere rispetto, cura, atten­zione.

L’intervento di Luisa Corcione si formalizza in una video installazione in cui l’immagine della ferita si rarefà nei contrasti sonori. Uno scontro che diventa incontro, in cui forze opposte dialogano in una costante ricerca di equilibrio tra le ferite interiori, spirituali e psicologiche, e quelle fisiche, evocate dai frame video e da una serie di carte suturate.

Il lavoro di Rosaria Corcione infine, racconta la relazione tra pensiero e fisicità, interrogandosi sul rapporto tra forza in­teriore e fragilità esteriore. Le sue sculture evocano la dis­sonanza tra l’energia fisica e quella mentale indagando quanto questo disequilibrio influenzi la percezione del pro­prio sentire. Una serie di calchi del corpo dell’artista dichia­rano la funzione terapeutica dell’autoritratto insita nello sdoppiamento dell’Io.

I lavori delle tre artiste dialogano tra loro nello spazio delle murate cercando di restituire l’accecante bagliore della ferita che si rimargina, del frammento che si ricongiunge, dall’atto di cura che ricuce la crepa.

 

Martedì 6 giugno, ore 18.30 presso MAD Murate Art District

 

Per informazioni

055 247 6873

info.mad@musefirenze.it