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Presentazione a cura di Gaia Bindi

Con la presenza dell’Autore, interverrà Eugenio Cecioni, già Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze

Il saggio affronta la tematica dell’arte contemporanea nel suo vivo interesse per le più attuali e urgenti problematiche sociali. Come scrive Giandomenico Semeraro: “In questi anni che sono a noi più vicini stiamo assistendo a una accesa querelle che riguarda direttamente il rapporto tra le arti e la società. Questo agile volume, quasi un pamphlet, vuol essere strumento di conoscenza, di studio e di critica di quanto sta avvenendo avverso monumenti o libri. Ciò può avere chiare ricadute sul presente, su quanto vediamo, su quanto leggiamo, su quanto – evidentemente – studiamo o dovremmo (potremo, ora come in futuro) andare a studiare. Si tratta della messa all’indice vera e propria di questa o di quell’opera per tutta una serie di motivi che con l’arte non hanno proprio niente a che vedere. Con seri rischi, e gravi ricadute. Si colgono comunque interessanti segnali di risveglio, di attenzione e di presenza dialettica dell’arte nelle città (a vario e diverso titolo). Di essi, anche, si occupa questo libro, per rendere conto di un panorama che non è propriamente a senso unico, per nostra fortuna”.

Così scrive Eugenio Cecioni nell’Introduzione al saggio: “Molti sono gli spunti di riflessione offerti da questo saggio, primo fra tutti quello sulle opere d’arte come simbolo. Tutto può essere simbolo o emblema: un edificio, un animale, un colore, un uomo, una donna, un oggetto e ancor più, e a maggior ragione, un’opera d’arte: un monumento, un quadro, un’opera letteraria, un brano musicale, perché questi sono inevitabilmente incarnazione di valori non solo formali. I simboli hanno più letture possibili e queste letture mutano col mutare dei tempi o del pubblico. Anche il simbolo dunque, come la bellezza, è negli occhi di chi guarda, nelle orecchie di chi ascolta, nella testa di chi legge. Come entrare allora in rapporto con un’opera ‘non gradita, non condivisa’, come superare la debolezza di un vuoto, tassativo rifiuto. Semeraro suggerisce di entrare con questa in un rapporto dialettico affrontando la storia nella sia intricata complessità, accettando le sue contraddizioni”.

 

Per informazioni

055 2476873

info.mad@musefirenze.it


Giandomenico Semeraro

Docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, è autore di numerosi saggi sull’arte contemporanea. Suoi titoli più recenti sono: Incipit. La folgorazione delle prime righe e Scultura e Spazio urbano (con Cristian Biasci), editi entrambi per Smith editore (Firenze) nel 2021.


Eugenio Cecioni

Pittore e incisore di chiara fama, dal 1980 è stato docente di Tecniche dell’incisione nelle accademie di belle arti italiane; è stato Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze per il triennio 2014-2017; è Accademico d’onore all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.