“Sotto l’incantesimo del dionisiaco non solo si restringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto: l’uomo. Cantando e danzando, l’uomo si manifesta come membro di una comunità superiore: ha disimparato a camminare e a parlare ed è sul punto di volarsene in cielo danzando”.
F. Nietzsche, La Nascita della Tragedia dallo Spirito della Musica
Già 30000 anni fa uomini e donne di cui non conosciamo il linguaggio danzavano i loro miti di fronte alle pitture rupestri di Chauvet, di Lascaux, di Altamira.
La nostra cultura ha finito per identificare il mito con la parola e, infine, con la scrittura, ma la sede primaria di ogni mito è il nostro stesso corpo, con le sue emozioni, i suoi sentimenti, i suoi istinti: un gesto, un’immagine, un canto, una voce, un suono, un oggetto, da soli, possono raccontare l’intera storia dell’umanità, senza bisogno di parole.Ii partecipanti sono condotti a vivere nella propria carne la dimensione misterica del mito e del rito all’origine del teatro.