ΟrΟ
Ci troviamo in uno spazio comune e iniziamo a scavare, setacciare, distinguere, selezionare, proprio come i cercatori.
Due figure differenti e parallele, prima del dissolversi, in bilico come funamboli, appena di ritorno dalla selva oscura.
Hanno la forza che spalanca la bocca del leone, la leggerezza delle camminatrici del cielo.
In quell’infinito presente nel quale nulla si può ricordare per cui tutto è.
ΟrΟ è un progetto di ricerca.
L’oro può essere trovato, non creato. Appare forse dopo una profonda trasformazione. E’ raro, denso, duttile. E’ pressoché incorruttibile.
Ciascuno scava il proprio cunicolo e ci si infila completamente. Ciascuno cerca nel suo solco, per la propria vita, per la fantasia e il sogno che l’oro rappresenta.
Ma l’oro è un metallo relazionale, appare dove corpo, spirito e pensiero convergono; nel luogo dove le figure, distintamente pure e personali, abitano lo spazio con percorsi paralleli e anche antitetici, si uniscono e si fondono attraverso la passività misteriosa dell’udire.