Una selezione di testi di due grandi architetti che hanno sempre affiancato all’attività progettuale quella teorica e narrativa,
usando la parola come parte fondante del loro linguaggio espressivo.
Alessandro Mendini era nato a Milano nel 1931. Tra i fondatori del movimento “radical design” ha diretto le riviste Casabella, Modo, Domus, Ollo,
I suoi scritti teorici hanno un approccio sempre intellettuale e razionale. Specialmente negli editoriali, ha declinato ad uno ad uno i punti chiave del suo pensiero alternativo di architetto e designer, e della sua “utopia visiva”.
Ettore Sottsass era nato a Innsbruck nel 1917. È stato il fondatore nel 1980 del movimento Memphis, nato dall’idea di “donare agli oggetti uno spessore simbolico, emotivo e rituale.
Molti scritti di Ettore Sottsass nascono dalla vita quotidiana, dagli incontri, dai luoghi, dai viaggi, dall’esperienza umana
personale e dalla sua profonda curiosità antropologica. Sono empatici e passionali. Ci trasmettono la sua complessa
visione del mondo e la ricerca del senso del nostro passaggio su questo pianeta. Molti sono testi fortemente critici nei
confronti della società , della produzione di massa, del consumismo.
«Il design – scrive Sottsass – nel 1993 è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l’erotismo, il cibo e persino il design».
Apparentemente così lontani, ma in realtà così vicini, Sottsass e Mendini hanno a lungo lavorato insieme a vari progetti,
dallo Studio Alchimia nei primi anni 80 alla rivista Domus.
Entrambi non hanno mai svolto attività didattica, ma la loro produzione teorica e i loro pensieri affidati alla scrittura hanno
influenzato più di una generazione di studenti e progettisti.
“Non ho mai voluto insegnare, non mi piace la posizione di chi insegna, non mi piace la scuola”, dice Sottsass in un’intervista a Franco Raggi.